Castro: "La musica della Champions la ascoltavo solo a Fifa. Con Italiano sono migliorato"
Le parole dell'attaccante argentino sulla sua avventura in rossoblù e sul sogno albiceleste
Differenze con il campionato argentino
Qui picchiano di più ma provocano di meno. A me piace lo scontro anche verbale, io parlo molto in campo, dico le cose al mio avversario, ma non bisogna mai mancare di rispetto. Alcuni stranieri invece non parlano, forse è proprio una caratteristica latina.
Rinuncia alle Olimpiadi con l'Argentina
Per me giocare per l'Argentina è tutto. Mascherano è un grande allenatore che mi ha aiutato molto: ha carisma e quello che dice ti entra dentro. Certo, non andare mi è dispiaciuto. All'inizio della preparazione Sartori e Di Vaio me lo hanno detto e mi hanno spiegato il perché. Nella mia testa da quel momento c'è stato subito un click. Mi sono detto “ok”, ora tutto sul Bologna. E quel lavoro in ritiro è stato fondamentale.
Ndoye
Dan è fortissimo, uno dei migliori in Serie A nell'uno contro uno e adesso quando mi darà il pallone non devo sbagliare più.
Fabbian
Ci stiamo conoscendo, ci prepariamo, ci scambiamo sguardi e piano piano facendo bene insieme, lo faccio anche con Urbanski: in un anno o due faremo come Ferguson e Zirkzee che hanno poi detto come fosse importante per loro due giocare al fianco dell'altro.
Idoli Messi e Maradona
Messi lo seguo fin da piccolo. Chi è nato dopo il 2002 in Argentina guarda Messi. Ma Maradona è un idolo, ma è lassù, lontano.
Mondiale 2026
Quello è un sogno, ma penso all'oggi. Il calcio è strano. Io devo occuparmi di migliorare, crescere e lavorare per la squadra, anche se fra un gol a Liverpool e la Nazionale non ho dubbi: l'abiceleste.
Tatuaggio con la Torre di Maratona
Mi piace: voglio raccontare la storia sulla mia pelle. Ho una ventina di tatuaggi e tra poco ne aggiungerò uno sul braccio, un simbolo del Velez. I tortellini? Non li mangio molto, perché devo mangiare sano.
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