Giuseppe Savoldi non è solo un grande ex del calcio italiano, ma un doppio simbolo della sfida tra Atalanta e Bologna. Attaccante tecnico e potente, ha lasciato il segno con entrambe le maglie e conosce bene le due piazze, non solo da calciatore, ma anche per sensibilità e lettura del gioco. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha condiviso pensieri netti e diretti sul momento dei due club, tra progetti, allenatori e protagonisti.

Sartori è la vera differenza

Giovanni Sartori
Giovanni Sartori

Savoldi non ha dubbi sul valore dell’uomo che ha costruito entrambe le squadre:

Trovatemi uno che dica che Sartori non è valido o che da qualche parte ha fatto male e mandatelo da me, che gli faccio un discorsino…

E poi aggiunge:

Anche per Giovanni Sartori, certo, ma non va messa in secondo piano la forza di una società che è sempre cresciuta e che fa le cose per bene, organizzata e decisa nel voler crescere

Italiano meglio di quanto sembri

Un cambio netto rispetto alla percezione che aveva di lui ai tempi di Firenze:

Italiano? Mi sembra che sia diverso da quello che era a Firenze: là, in viola, mi pareva più burbero

L'effetto Bologna sul rendimento degli allenatori

Secondo Savoldi, l’ambiente fa davvero la differenza:

Bologna ti mette sul tavolo la possibilità di stare bene e fare bene. Naturalmente a chi le qualità le ha, e Italiano è uno di questi

Poi aggiunge un esempio concreto:

Thiago Motta ha fatto un anno fantastico a Bologna. Poi è andato altrove, in una big, e non ce l’ha fatta. L’ambiente conta e conterà sempre

Gasperini, fine del ciclo?

Il pensiero più diretto riguarda proprio il tecnico della Dea:

Io credo che a Bergamo sia al capolinea, sì. E credo che debba farlo anche per il club, perché è finito un ciclo e perché un allenatore non può diventare il padrone di una società

E ancora:

Se l’Atalanta è diventata altalenante, beh, credo dipenda da lui, dalle sue uscite un po’ così

Odgaard e Samardzic, due talenti diversi

Alla domanda su chi preferisce, Savoldi risponde così:

Non vorrei dover fare una scelta: sono veramente bravi entrambi... Di Odgaard mi piace la duttilità. Italiano lo ha inventato trequartista? L’ho visto anche fare altro ed è prezioso avere giocatori così

Castro, un predestinato

Infine, parole importanti per l’argentino:

Lo vedo e penso immediatamente due cose: uno, è completo; due, ha solamente vent’anni. Spero davvero esploda

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