Parla Ravaglia: "Ecco cosa vuole Italiano e vi dico il mio sogno"
L'intervista al portiere rossoblù, più volte protagonista in questa stagione e pronto a confermarsi

Sull'esordio in Champions
Appena l’ho saputo, due giorni prima della gara, ho ripensato a quel ragazzino e al suo sogno, ho chiamato i miei genitori e mio fratello. Sono venuti allo stadio e mi hanno dato la spensieratezza di godermela in campo senza tensioni, solo per vivere il momento. Ho esordito in Champions con la squadra della mia città, la mia famiglia era con me, dopo i sacrifici fatti per aiutarmi: la notte più bella della mia vita. Conclusione di un percorso da condividere con mio fratello, che ha iniziato a giocare con me a 5 anni al Progresso ed è sempre stato il mio primo tifoso. Ogni volta è come se scendesse in campo con me, so quanto s’è impegnato anche lui per cercare di realizzare il suo sogno.

In quel Progresso c'era pure Raspadori…
Lui aveva qualità fuori norma a 10 anni, era il più piccolo e faceva quel che voleva. Ci sentiamo spesso, abitavamo a cinque minuti di distanza; mio fratello e il suo sono molto amici e hanno giocato assieme all’Anzola. Ma io il primo giorno al Progresso a cinque anni mi sono presentato con guanti e pantaloni imbottiti, volevo solo fare il portiere. Hanno provato pure a farmi giocare a basket, non c’è stato verso.
Dove si vede tra 5 anni? Titolare al Bologna?
Sì, sarebbe la soddisfazione più grande. Questa è casa mia, questo è il mio sogno.
LEGGI ANCHE: Pagliuca evidenzia: "Il Bologna non ha giocato bene. Milan? Hanno grosse difficoltà"