Una carriera iniziata come centrocampista

“Ero un trequartista, poi un regista e dopo ho arretrato fino alla zona centrale della difesa. Il motivo? Sono cresciuto di statura, sarebbe stata dura essere sotto punta o ‘play’".

E pensare che in passato c'era chi non credeva nelle sue potenzialità: “Giocavo negli Eagles. Mi dissero che non avevano fiducia in me, mi invitarono anche a cambiare aria o restare con il minimo stipendio. Rimasi. Poco alla volta guadagnai fiducia, qualcuno si infortunò e trovai le giuste occasioni: e feci diversi gol. Da lì iniziò".

Non solo calcio, anche cultura

“Non amo le fiction, sono finzioni di realtà. Amo leggere. L'estate scorsa ho letto ‘Black box thinking’. Aiuta a trarre insegnamenti dagli errori, che tu sia sportivo, medico, pilota o altro. Amo le cose che mi aiutano a progredire, crescere”.

Più facile la chiamata in Nazionale o l'approdo in Champions?

“Non c'è nulla di facile. Entrambe no? Io continuo così, poi…”

Santiago Castro, Martin Erlic, Sam Beukema e Nikola Moro
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