Bologna, la confessione di Antonio Avati: "Italiano? Gli chiederò scusa. Sullo scudetto..."
Le sue parole a Il Corriere dello Sport, da grande tifoso rossoblù quale è, riguardo le sue impressioni sulla stagione

E chi non ha mai pensato che certe imprese sportive spesso hanno un lieto fine come nei migliori film?
Sì, perché un lungometraggio sul Bologna degli ultimi dieci anni, dalla Serie B alla Champions League, passando per l'indelebile parentesi di Sinisa Mihajlovic, sarebbe qualcosa di avvincente e romantico.
E quest'oggi, Il Corriere dello Sport ha riportato un'intervista fatta ad Antonio Avati, produttore cinematografico nonché fratello del celebre regista Pupi, in occasione del film “L'orto americano”, in questi giorni al cinema.
Tanti i temi trattati, la maggior parte riguardo al Bologna, sua squadra del cuore.
Di seguito alcune delle sue parole, relative alla passione per il club rossoblù.
Cosa si aspetta dal Bologna?
Siamo in corsa per un buon piazzamento. La Coppa Italia poi sarebbe un grande risultato che mi autorizzerebbe a perdonare nuovamente il pullman a Piazza Maggiore, e Italiano supererebbe Motta. Visto l’inizio negativo di questa stagione, mi sono sentito patetico per la sfilata, i cori, i pullman del ritorno in Champions, avevamo festeggiato il nulla. Però le cose sono cambiate.

Thiago Motta o Italiano
A parte il grave tradimento umano per aver scelto prestigio e denaro andando nel club più popolare d’Italia, credevo che Motta, come tattico e per intelligenza, fosse superiore a Italiano che ho esagerato a condannare subito. Certo i risultati straordinari li ha fatti Motta. Italiano però è onesto e mi sta meravigliando positivamente. Gli chiederò scusa.
Chi al posto di Italiano?
Non voglio mandarlo via! Ma se per qualsiasi ragione dovesse andarsene, cercherei di recuperare Mancini o un altro in linea con le nostre ambizioni, come Sarri che forse abbiamo dimenticato che esista.