Paramatti: "Fossi in Thiago resterei almeno un anno"
Le parole di Michele Paramatti, uno dei protagonisti dell'ultima cavalcata europea rossoblù
Era il 27 agosto 2002 la data dell'ultima volta del Bologna in Europa: nella West London il Fulham si impose per tre a uno sui felsinei con una tripletta del giapponese Inamoto, protagonista anche nella gara d'andata, terminata due a due. Uno degli ultimi rossoblù a figurare nell'ultima apparizione europea fu Michele Paramatti, intervistato dai colleghi di Repubblica sul Bologna di oggi.
L'inizio di Michele Paramatti:
Le notti europee in una città che ti coccola come Bologna sono stupende, fossi in Thiago resterei almeno un anno a godermi quel che ha costruito. Tutti quanti sono stati molto bravi in questo cammino, ora speriamo che si riesca a centrare la Champions.
Troppa la Champions?
Nessun rischio nel tornare dopo ventidue anni in una competizione così alta, solo una maggior soddisfazione. Poi bisognerebbe guardare ai traguardi successivi, cioè ottenere dei buoni risultati anche in Europa, pur senza illusioni o aspettative esagerate, le cose si costruiscono un passo alla volta.
Il lavoro del club
Questo club lavora sempre per consolidarsi, migliorare le proprie posizioni, quindi vorrà andare in Europa per restarci e penso sappia anche come riuscirci. Poi la volontà non basta, ci sono tante componenti che portano a ottenere risultati con continuità, e questo è un motivo in più per fare restare Motta.
Le intenzioni di Motta
Non so se Motta abbia già deciso, di certo si divertirebbe molto a girare l'Europa col Bologna e credo sia un fattore che considererà. Raggiunto questo obiettivo impensabile, io vorrei vivermelo e godermelo fino in fondo. Senza contare che essere l'allenatore del Bologna in Champions gli aprirebbe comunque tante vetrine, avrebbe senso per lui investire in un percorso di continuità che potrebbe portarlo senza fretta in squadre top in Europa nelle quali in questo momento potrebbe rischiare di bruciarsi.
Un consiglio ai giocatori
Stesso vale per i giocatori come Zirkzee e Calafiori, dipende anche dal loro rapporto col club e con la città, quanto si sentono coinvolti personalmente. In questi due anni si è creato un bel giocattolino e non si deve rischiare di romperlo, poi però ci sono anche le cessioni che la società dovrà fare, le operazioni economicamente necessarie al consolidamento, vedi l'Atalanta che anche vendendo giocatori è diventata una realtà europea.
Il rapporto forte tra la città e i calciatori
L'entusiasmo di Bologna, la vicinanza della tifoseria, una città che ti osanna, ti vuole bene e ha voglia di gioire con te e sentirsi partecipe di qualcosa di bello, è una ricetta determinante per far sentire il giocatore a casa, importante, nelle condizioni di esprimersi al meglio. Se ci aggiungi l'avere alle spalle un club solido e una squadra unita, si spiegano i risultati raggiunti. E la Champions qui sarebbe una cosa fantastica per il fervore che creerebbe nella gente. Se lo stadio non andrà esaurito in abbonamento, poco ci mancherà.
Orsolini e la nonna
Intanto corre sui social il bellissimo gesto di Orsolini, colto in fragranza nell'abbracciare la nonna a fine partita. Nulla di più genuino nell'abbraccio tra nonna e nipote, entrambi commossi; tanti i commenti sotto il post.
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