Editoriale - Virtus di testa, Fortitudo di voglia
Le due bolognesi sono reduce da due successi ottenuti in modo diverso
La partita che si doveva vincere è stata vinta, con tenacia e determinazione. Per la Fortitudo la gara con Cremona non poteva avere altro risultato e nel complesso la vittoria è stata meritata, pur con qualche passaggio a vuoto (comprensibile vista la tensione per la posta in palio) e un paio di possessi nel finale che hanno fatto venire il cardiopalma ai tifosi. Nel giorno in cui Frazier è stato abulico, ci ha pensato Aradori a segnare per sé e per i compagni; la prestazione di Pietro è stata fondante per il risultato finale, ha tirato fuori la sua esperienza e il suo talento nel momento in cui servivano. Non è stato però ancora fatto nulla, il cammino è ancora lunghissimo ma c'è un'altra certezza che emerge dall'ultimo turno di campionato: la squadra su cui la Kigili deve fare la corsa è la Kigili stessa. Qualche settimana fa avevamo indicato Napoli, in crisi profonda, come il team da monitorare in ottica salvezza: tuttavia il cambio di allenatore ha portato la scossa che serviva ai partenopei, ora addirittura ad una vittoria di distanza dai playoff. Adesso la classifica dice che ad un tiro di schioppo dalla Fortitudo c'è Treviso, che confida nella stessa dinamica napoletana dopo l'esonero di Menetti. La realtà è che la graduatoria è talmente corta e le difficoltà del calendario talmente illeggibili che mettersi a fare troppi calcoli sulle altre non porta da nessuna parte. Nelle sei partite che mancano alla fine la F deve vincerne semplicemente il più possibile: con lo spirito e la dedizione alla causa mostrate nell'ultimo mese la salvezza non è un miraggio.
Anche la Virtus è reduce da una vittoria, quella di Trieste, ottenuta giocando un primo quarto devastante e lasciando invece campo alla rimonta avversaria nel secondo tempo, tenendo tuttavia sempre il pallino del gioco in mano. Il bicchiere è pieno più della metà per i bianconeri, che per di più si sono ritrovati primi da soli complice la sconfitta di Milano a Sassari. Conta poco, conterà poco anche un eventuale successo domenica nello scontro diretto: è un peso più psicologico che reale in vista dei playoff. Ma certamente è un buon viatico per l'ultima di regular season di Eurocup contro Bourg e per i playoff di coppa. Arrivarci nelle migliori condizioni possibili di forma è importante ma anche arrivarci con la testa carica e soddisfatta ha la sua rilevanza. A proposito di condizione: le quattro gare che restano prima dell'ottavo saranno utilissime per rimettere Teodosic pienamente in carreggiata. Se ne sono lette di ogni, di litigate con il coach, di Milos partito per la Serbia e robe del genere. La verità è che il 44 è, complice infortuni acciacchi e chilometraggio, fisicamente indietro rispetto ai suoi migliori standard e che va gestito con grande oculatezza perché dall'apporto del suo talento la Segafredo non può prescindere.