Corriere di Bologna - Pecci: "A Bologna sono nato e morto calcisticamente, a Torino sono diventato grande"
"Per chi tifo domani? Farò come farebbe una mamma con i suoi figli, li ama tutti ugualmente, ma aiuta quello che è più in difficoltà"
Eraldo Pecci, ex giocatore di Torino, e Bologna, si esprime così sulle due squadre:
"Due squadre gloriose in cui ho vissuto esperienze fondamentali. A Bologna sono nato e morto calcisticamente, a Torino sono diventato grande. Bologna e Torino sono le prime due squadre del mio cuore. Per chi tifo domani? Farò come farebbe una mamma con i suoi figli, li ama tutti ugualmente, ma aiuta quello che è più in difficoltà, oggi quindi sto con il Torino. Il problema dei granata è che giocano male ormai da febbraio, l’anno scorso hanno raggiunto la salvezza con enorme fatica e con l’inizio della nuova stagione la situazione non è affatto migliorata. Il Bologna invece sta vivendo un momento di difficoltà, ma conserva la sua dignità. Si sperava in qualche punto in più, ma a Mihajlovic comunque basta vincere due partite per cambiare la sua stagione. Riguardo le conferenze pungenti di Sinisa? Non giudico il suo operato come quello dei suoi colleghi. Ogni allenatore fa del proprio meglio ma non ne ho mai visto uno segnare un gol. Si vince e si perde sempre attraverso i giocatori, basta sfogliare gli almanacchi per vedere che alla fine sono sempre le grandi squadre a vincere i campionati, a prescindere da chi siede in panchina. Domani il Torino ha bisogno dei 3 punti come del pane, il Bologna invece con una vittoria riaccenderebbe la speranza. Ci sono troppe variabili in gioco e sicuramente chiunque dovesse perdere direbbe di aver meritato almeno il pareggio. il Bologna in ritiro? Personalmente ho sempre amato il momento del ritiro, se il gruppo è affiatato può viverlo come un periodo di crescita, se però devi trascorrere tutto il tempo in camera a giocare alla Playstation, puoi anche stare a casa. Rapporto tra Mihajlovic e Barrow? La verità è che i giocatori che seguono solo le indicazioni dei propri allenatori alla fine non vincono nulla. Un calciatore deve seguire il suo istinto e non pensare alla domenica a quello che il suo tecnico gli ha detto al martedì".