Il movimento LiberiAmo la Forittudo esce con un comunicato stampa: "Vogliamo una rivoluzione"
"Chi non ama la Fortitudo davvero ha provato a metterci uno contro l’altro. Diciamolo a tutti che non ci sono riusciti."
La data dell'ufficialità sulla cessione della Effe continua ad essere posticipata. Già con uno striscione esposto fuori il PalaDozza, era stato sottolineato il disappunto verso una situazione societaria complicata, oggi, è uscito un ulteriore comunicato di “LiberiAmo la Fortitudo”:
"Siamo un gruppo, numeroso, di tifosi della Fortitudo Bologna che ha sentito il bisogno di esprimere il proprio dispiacere dopo le ultime stagioni più che deludenti della nostra squadra del cuore. Vogliamo una rivoluzione. Da quando abbiamo cominciato a incontrarci per capire se potevamo fare qualcosa, abbiamo capito quale strada era giusto percorrere per il bene della nostra squadra: marcare il percorso in netta discontinuità con le figure di riferimento del club che hanno fatto collezione di stagioni deludenti e di operazioni che hanno avuto come effetto dirompente quello di toglierci la nostra identità, quella in cui ci siamo riconosciuti e che consideriamo più importante dei trofei e dei primati.
E, badate bene, tutti vorrebbero rivivere gli aurei periodi dell’Emiro Seragnoli. Ma la nostra passione affonda le radici nella valorizzazione dei giovani prodotti del vivaio, nella certosina opera di dirigenti competenti e appassionati che fin dalla fine degli anni 60 riuscivano ad allestire squadre non costose ma che ci mettevano cuore, anche solo per raggiungere la salvezza. È quello spirito di corpo che ha creato lo spirito Fortitudo diventato mantra per noi tifosi e che ci è sembrato si sia perso negli ultimi anni.
Vogliamo riconoscerci negli attori in campo, come è captato nei simboli della nostra fortitudinità: il Barone che giocava ferito la stracittadina o Teoman, che venne, vide e vinse, evitandoci il giorno più buio della nostra storia. (Liberi)AmolaFortitudo. Vogliamo una rivoluzione pacifica, però. Ma rivoluzione: in totale discontinuità con l’attuale gestione di questi anni, sia di chi avrà ruoli operativi diretti, senza nessun legame anche solo esterno con il passato.
È imminente un passaggio di consegne ai vertici della società, abbiamo da sempre detto che era condicio necessaria e sufficiente per poter “liberare” il nostro amore.
Ridare al nostro popolo una F che sia senso d’appartenenza e ispiri speranza e passione alle nuove generazioni. E proprio questo oggi ci spaventa: per quale ragione i ragazzi di oggi dovrebbero scegliere la F ridotta in questo modo nei suoi valori, togliendoci anche il diritto al sogno e alla speranza di salire di categoria perché qualcuno ha deciso a priori che non si può, per la sua incompetenza o altro E invece basterebbe poco date le potenzialità della Effe, ma non è una questione, comunque di risultati, ma prima di tutto di un modo di essere. Essere, e non avere.
Chi non ama la Fortitudo davvero ha provato a metterci uno contro l’altro. Diciamolo a tutti che non ci sono riusciti.
Diciamo a tutti che la “fortitudinità” è qualcosa di cui andiamo fieri ed è differente dal semplice tifo.
Non siamo per il “divide et impera”: un sistema che aiuta la tirannide a sbarazzarsi di un popolo.
Non disperdiamo le forze, oggi che la meta è più vicina. Chi sarà chiamato a dirigere la Fortitudo deve sapere che – se lavorerà con uno spirito di corpo e una passione simile alla nostra – avrà il nostro sostegno. Il sogno è che la nuova società riparta da figure emblematiche che hanno fatto del loro amore per la Fortitudo una ragione di vita, un sogno da realizzare, un obiettivo da raggiungere.
Cosa diciamo a chi grida “Per amore solo per amore”?
Aiutateci a cambiare il nome del nostro gruppo per farne un messaggio indelebile. E cioè vogliamo che LiberiAMO la Fortitudo si traduca in un messaggio senza più le sei lettere iniziali. Perchè un nuovo striscione universale avvolga l’intero palasport. Con su scritto : “AMO la Fortitudo“