Markovski: "Le prime due partite a Bologna decisive. Io virtussino a vita, nonostante il 2007"
L'ex allenatore della Virtus è stato intervistato per l'edizione odierna de "la Repubblica
Zare Markovski, ex allenatore della Virtus Bologna, è stato intervistato da la Repubblica, alla vigilia del match delle Virtussini contro Tortona. Di seguito alcune sue dichiarazioni.
Su Ramondino, allenatore di Tortona: "Marco lo conobbi nel 2002, quando arrivai ad Avellino. Aveva vent’anni e viveva già di pane e pallacanestro. Da mio vice, lo divenne poi di Capobianco, che seguì anche a Jesi. Dieci anni dopo lo chiamai a Bologna ed era già un tecnico consapevole di voler fare il professionista".
Su Macura, giocatore chiave di Tortona: "L’avevo seguito nel campionato turco. Bravo nel ruolo 1, 2 e 3, e in difesa è buono anche sui 4. Il collante perfetto. Quando lo prese, ci sentimmo (con Ramondino ndr): gran colpo, gli dissi, ti darà una grossa mano".
Su Tortona: "L’attacco ha sempre le spaziature giuste. L’impressione visiva è che facciano tiri puliti, da liberi. Merito del gioco che rispetta la regola di usare bene gli spazi".
Sulla serie: "Decideranno le prime due a Bologna. Se Tortona porta la serie a casa sua sull’1 a 1, poi sarà dura anche per la Virtus opporsi a quel vento in poppa che li spinge dall'anno della promozione. Né Sergio né Marco avranno problemi a preparare le partite, tecnicamente sanno tutto dei propri giocatori e degli altri. Stato d’animo ed entusiasmo peseranno parecchio".
Sull'altra semifinale: "Non è scontata, per niente. Sassari segna tanto e con diverse soluzioni. Milano ha un vantaggio fisico, ma una difesa tarata per l’Eurolega che può trovare difficoltà impreviste".
Su una possibile finale Milano-Bologna: "Alla pari. Non ho pronostico, davvero”.
Sul progetto Virtus: "Ottimo, se tutto continuerà a ruotare intorno a Scariolo, come ora. Prima o poi arriveranno i problemi, e allora andranno rispettati i ruoli, credendo in ciò che si è iniziato a costruire. Il club è stato fin qui implacabile a sfruttare le occasioni, come Hackett e Shengelia. La squadra da scudetto l’avevano già, con quei due si sono messi avanti col lavoro per allestire quella da Eurolega".
Sul suo esonero dopo la finale scudetto del 2007: "Non mi meritavo quel che ho subito e il groppone in gola resterà sempre. Ma grazie a quei due anni fantastici, resterò virtussino a vita".
Sugli interventi alla rosa in vista dell'Eurolega: "Adesso viene il difficile. Non bisogna aggiungere, ma sostituire i pezzi. Bisogna azzeccare il nucleo dei 12 e non sarà facile".
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