La nuova formula della Champions League prevede un numero maggiore di incontri rispetto al passato, con l'introduzione di un sistema a gironi più complesso e una fase a eliminazione diretta allargata. Questo, secondo molti, potrebbe compromettere la preparazione atletica dei calciatori, già sovraccarichi di impegni tra campionati nazionali, coppe e partite internazionali. A ciò si aggiungerà, a partire dal 2025, il Mondiale per club, che includerà le migliori squadre di ogni continente in un torneo estivo, aggiungendo ulteriori sfide al già congestionato calendario.

Sommer, come altri suoi colleghi, teme che questa tendenza possa avere ripercussioni negative anche sullo spettacolo offerto al pubblico. Un numero così elevato di partite, infatti, rischia di aumentare gli infortuni e ridurre la possibilità per gli atleti di esprimersi al meglio in ogni gara.

Il dibattito è acceso, e se da un lato le nuove competizioni promettono spettacolo e maggiori introiti per le squadre e le organizzazioni calcistiche, dall'altro c'è il timore che la qualità del calcio ne possa risentire. Sommer ha colto l'occasione per lanciare un appello: è necessario trovare un equilibrio tra l'espansione delle competizioni e la tutela della salute dei giocatori, per garantire che il calcio rimanga un gioco di alta qualità e non un semplice accumulo di partite.

In un momento in cui il calcio è sempre più globalizzato e orientato al business, la voce dei protagonisti sul campo, come quella di Sommer, merita attenzione. Solo attraverso un dialogo aperto e costruttivo sarà possibile trovare soluzioni che salvaguardino sia lo spettacolo sportivo sia l'integrità fisica degli atleti.

Bologna, un centrocampista out contro il Monza: ecco il motivo

💬 Commenti