Minotti: "Il Bologna fa bene, ma per l'Europa il passo è lungo"
Le parole di Lorenzo Minotti su Bologna e Sassuolo ai microfoni de la Repubblica
Le parole di Lorenzo Minotti ai microfoni de la Repubblica in vista del prossimo match di campionato che vedrà sfidarsi al Mapei Stadium Sassuolo e Bologna.
Rapporti di forza tra Bologna e Sassuolo
“Il Sassuolo è stata la maggior sorpresa della seconda decade degli anni ’10, un’isola felice che vanta stadio di proprietà, centro tecnico nuovo, una visione che ha creato un modello di far calcio nonostante il bacino d’utenza di una piccola città circondata da realtà come Parma, Reggiana, Modena, con meno risultati ma più tradizione. Il Bologna ha preso la stessa strada per visione e programmazione, scegliendo la via intelligente di consolidarsi nei giusti tempi dopo tanti saliscendi. Peccato i ritardi sullo stadio, ma ha lavorato sul centro tecnico e sullo staff, prendendo Sartori e dando a Di Vaio un ruolo di riferimento, ha scelto molto bene un allenatore che fa la differenza e ha dato quel che serve per avere ambizioni importanti”.
Possibilità del Bologna in Europa
“L’aspirazione deve essere quella, ma il passo da fare è ancora lungo. La A oggi ha consolidato valori difficili da scalfire, le sei più forti hanno rose tali per cui se anche sbagliano stagione oltre al settimo-ottavo posto non vanno, e Atalanta e Fiorentina sono più avanti del Bologna in questo percorso. Poi alla rosa qualcosa manca: Zirkzee sta facendo bene, ma non ha alternative e questo vuoto alla lunga lo pagherai. Avere un centravanti che garantisca un certo numero di gol è il minimo per andare dove sognano i tifosi, mentre se l’obiettivo come credo è crescere, rafforzare l’identità di squadra e preparare il terreno per il salto di qualità futuro, la strada è giusta. Quando un paio dei giocatori che hai esploderanno e il bilancio permetterà di non venderli e anzi comprarne due importanti, lì arriverà chiaro il messaggio di Europa”.
Berardi non ancora in una big
“Nelle prime stagioni non si sentiva pronto, poi forse non è arrivata l’offerta giusta per lui e il Sassuolo che giustamente vuole tenerlo. È un peccato non abbia potuto mostrarsi ad alti livelli, il che ha frenato la sua carriera perché se non giochi con continuità coppe e partite che contano l’esplosione non arriva. Ora forse la cosa migliore sarebbe chiudere a Sassuolo e diventare la più grande icona della storia del club”.
Orsolini può ancora esplodere
“Mi ricorda il primo Berardi, che aveva un talento smisurato ma una mentalità che non andava di pari passo, perdendosi tra proteste, sprechi di energie, gialli. Poi è molto maturato in autostima e consapevolezza del suo ruolo ed è un giocatore migliore. Orsolini è più giovane e deve fare lo stesso percorso di crescita personale, non accontentarsi, se ci riuscirà potrebbe aver ancora da mostrare la sua parte migliore”.
L'importanza di Aebischer nel Bologna
“È intelligente tatticamente e porta sul campo le idee di calcio di Motta, dove lo metti sta. Salta poco all’occhio ma garantisce all’allenatore equilibrio, ascolto, affidabilità ed esempio per gli altri, ogni tecnico vuole un paio di giocatori così in squadra, nel mio Parma erano Sensini e Grun”.
Differenze tra Dionisi e Motta
“Motta entusiasma con un calcio organizzato e imprevedibile, dove tutti devono saper fare tutto e senza un modulo preciso ma una capacità di interpretare la gara a seconda di momenti e avversario. Dionisi opta per un calcio di possesso più spregiudicato ma legato a un modulo e sviluppi di gioco consolidati”.
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