Tiro con l'arco: Federico Musolesi alla ricerca di Tokyo
L'atleta del Castenaso Archery team a giugno potrebbe ottenere il pass olimpico
Ha 22 anni, bolognese, di San Ruffillo e dal settembre 20218 sta dedicando 24 ore su 24 della sua vita al sogno olimpico. E' Federico Musolesi, del Castenaso Archery team, che vive da più di due anni nel Centro federale di tiro con l'arco di Cantalupa in provincia di Torino, dove, insieme ad un'altra dozzina di ragazzi, stanno preparando gli impegni nazionali e internazionali.: <<Vivo in albergo, totalmente sostenuto dalla federazione. Ognuno ha una propria camera e in pratica viviamo di tiro con l'arco anche se non guadagniamo nulla>>. Ma avrete delle prospettive? <<Il primo obiettivo è quello sportivo, cioè raggiungere il pass olimpico. Il secondo riuscire ad entrare in qualche gruppo militare che ci permetterebbe di poter vivere del nostro sport. La maggior parte degli atleti della nostra specialità appartiene all'Aeronautica, ma c'è la possibilità di essere tesserati anche per la Polizia di Stato o per le Fiamme Azzurre. Aspettiamo presto un bando di ingresso per parteciparvi>>. E Tokyo quanto è raggiungibile? <<Ci rimane una sola possibilità ed è tra fine maggio e inizio giugno a Parigi con una tappa della World Cup. Sono in palio tre pass olimpici e non si può sbagliare. Un mese prima ad Antalya in Turchia ci sono gli Europei, che saranno un bel test di preparazione>>. Per arrivare ai massimi livelli è necessario vivere in ritiro perenne come fate voi? <<Non sempre, ci sono campioni importanti come Nespoli o Frangilli che vengono qui solo per i ritiri, per il resto si allenano nei campi di tiro a casa loro. Altri, come Galiazzo, hanno una casa qui e si allenano con noi ma vivono in maniera indipendente. Diciamo che qui c'è l'unico campo da 70 metri al coperto, quindi utilizzabile in tutte le stagioni. Inoltre c'è pure la palestra pesi che utilizziamo tre volte la settimana. Credo che per ragazzi giovani sia importante potersi concentrare in ogni momento della giornata senza distrazioni. A casa, ad esempio, fin dal mattino posso incontrare gli amici al bar o trovare comunque situazioni che non ti permettono di dare tutto. Nello stesso momento tra qualche anno tornerò sicuramente a casa>>. Ma come nasce il tuo amore per l'arco? <<Ho cominciato a nove anni seguendo mio padre. La mia prima allenatrice è stata Carla Di Pasquale la presidente del Castenaso Archery Team, la squadra per la quale sono sempre stato tesserato. Per qualche anno ho continuato ad andare al campo senza convinzione, soprattutto per far felici i miei genitori. Poi a dodici ho seguito un mio compagno che si allenava più spesso e a quindici ho ricevuto la prima chiamata dalla Nazionale giovanile. Da lì ogni anno sono arrivati risultati a livello nazionale e internazionale. Ad inizio 2020 il primo posto individuale ai campionati italiani indoor, lo scorso 27 settembre è arrivato il record italiano ed europeo di specialità e in ottobre il quarto posto ad Antalya in Turchia nel Challenge internazionale>>. La tua specialità è l'arco olimpico da 70 metri. Quali sono le caratteristiche necessarie per eccellere? <<La cosa principale è la concentrazione, più ancora della preparazione fisica. L'obiettivo è quello di rendere il più semplice possibile il movimento di tiro in modo che possa essere il più ripetibile possibile. Deve diventare una sorta di automatismo e per questo sono necessarie tante ore di lavoro. La nostra giornata è scandita da due sessioni di allenamenti, dalle nove alle dodici alla mattina e dalle 15 alle 18 nel pomeriggio. Inoltre tre sessioni in palestra. Alla sera siamo così stanchi che magari guardiamo qualche film o partita di calcio, ma spesso non abbiamo la forza di uscire dal Centro federale>>. Se dovessi consigliare a qualcuno di fare arco come lo convinceresti? <<Gli direi di provare perchè è una disciplina che dà tanto, ti fa stare lì con la testa, ogni risultato, positivo o negativo, dipende solo da te e quindi si possono godere tutti i meriti e conoscere meglio i propri difetti>>.