Perdere non va mai a genio a nessuno, ma c'è modo e modo di farlo. La sconfitta di ieri sera del Bologna ha un sapore diverso dal solito, in quanto restituisce la piena consapevolezza alla squadra e alla piazza, che i nostri ragazzi sono vivi, sono sul pezzo e non mollano mai. 

Il Milan è arrivato al Dall'Ara portandosi dietro le scorie di un mercoledì nero di Champions League. I primi 10/15 minuti hanno dimostrato tutte le difficoltà di una squadra falcidiata dagli infortuni e mentalmente impaurita dagli ultimi risultati negativi arrivati nella prestigiosa competizione continentale. Successivamente a una seconda parte di primo tempo dove i rossoblù sembravano timidi e smarriti, l'inizio della ripresa ha messo in luce una squadra energica e determinata, capace di recuperare lo svantaggio riportando il risultato in parità. Dopodichè, però, il Bologna non ha potuto evitare il ritorno degli ospiti che, forti della doppia superiorità numerica, si sono riportati avanti, chiudendo poi definitivamente la partita. 

IL BUON AVVIO DEL BOLOGNA E LA CRESCITA DEI ROSSONERI

Mihajlovic ha voluto confermare il modulo 1-3-4-3 utilizzato anche nelle scorse giornate, cambiando solo Medel al posto di Binks al centro della difesa. I rossoneri, invece, hanno puntato sull'ormai consolidato 1-4-2-3-1, con numerosi cambi rispetto all'ultima partita contro l'Hellas: su tutti Ibrahimovic di nuovo titolare in attacco, ma soprattutto il trio dietro di lui composto da Rafael Leao, Krunic e Castillejo.

Primi 15 minuti di grande intensità per la formazione di Mihajlovic che ha lavorato molto bene senza palla sull'ampiezza, punto di forza dei rossoneri, e sulla capacità di chiudere preventivamente gli appoggi, provando a portare costantemente la superiorità numerica posizionale. Questo atteggiamento sfacciato dei rossoblù ha messo in difficoltà il Milan che ha faticato nel giro palla e nel trovare soluzioni offensive pulite (immagine 1).

IMMAGINE 1 - Grande intensità e compattezza: appoggi e riferimenti ben occupati preventivamente, il Milan costretto a giocare sopra

Anche in fase di non possesso palla il Milan era in palese difficoltà: difesa posizionale, pochi uomini vicino al pallone, troppo tempo concesso ai rossoblù per ricevere palla e scegliere soluzioni di gioco (immagine 2). Inoltre alcuni calciatori erano in ritardo nel ripiegare e dare una mano alla fase difensiva. Dunque un atteggiamento molto passivo e abbastanza indolente della squadra di Pioli. Anche a livello di pressing i rossoneri erano troppo sfilacciati e lunghi, consentendo al Bologna di muovere palla con facilità e di rompere agevolmente la fiacca linea di pressione del Milan (immagine 3)

IMMAGINE 2 - Tanti uomini in zona palla, 6 contro 4 e più soluzioni di giocata per i rossoblù. Milan passivo e lontano dal pallone
IMMAGINE 3 - Milan passivo, in ritardo, pressione sfilacciata e con pochi uomini. Medel con una semplice verticalizzazione rompe la pressione rossonera e serve Soriano che ha tempi e spazio per giocare

Successivamente al gol dei rossoneri, decisamente fortunoso a causa di una carambola sul corpo di Soumaoro che ha ingannato Skorupski, il Milan ha iniziato a trovare le misure, sicuramente anche grazie ad un alleggerimento dal punto di vista psicologico. La squadra di Pioli ha infatti cominciato ad alzare un po' i ritmi del suo gioco, portando una pressione più intensa e indirizzando il gioco sull'esterno per andare a recuperare palla. Come vediamo nell'immagine 4, circa 10' dopo il gol dello 0-1, sul primo giro palla del Bologna, che inizia sempre da Theate, il Milan alza l'intensità e va con ben 4 giocatori a disturbare la costruzione del gioco avversario, coprendo gli appoggi e obbligando il difensore belga a lanciare lungo. Prima del gol i rossoneri faticavano anche a portare una pressione fatta coi tempi giusti.

IMMAGINE 4 - Dopo al gol che ha portato fiducia dal punto di vista psicologico il Milan ha iniziato ad alzare l'intensità e a portare un pressing diverso, più cattivo e ordinato

 

IL RITORNO DEL BOLOGNA E IL FORCING FINALE ROSSONERO

Il secondo tempo si è aperto con l'autogol di Ibrahimovic che ha consentito ai padroni di casa di riaprire la partita e di infondersi una dose importante di fiducia e motivazione. Difatti, solo pochi istanti più tardi, i rossoblù pareggiano grazie ad un bellissimo gol di Barrow, che ha sorpreso fin troppo facilmente la difesa del Milan, scesa in campo poco lucida e poco concentrata, forse col pensiero di aver già archiviato la partita.

IMMAGINE 5 - Difesa rossonera troppo alta e passiva, scappa in ritardo con palla scoperta lasciando troppa profondità da attaccare

Dopo il pari l'inerzia della partita è cambiata ed è il Bologna a trovarsi col il pallino del gioco in mano. I rossoneri si sono dimostrati in difficoltà e in confusione nella gestione del pallone e nel capire come risistemarsi nello sviluppo del gioco e delle trame offensive. Ma è senza palla che la squadra di Pioli, forse per la prima volta da inizio campionato, ha fatto vedere qualche crepa preoccupante. Analizzando l'immagine 6 si nota come il Bologna, con uno scambio veloce tra Arnautovic e Svanberg, riesca ad andare a concludere verso la porta di Tatarusanu senza troppe difficoltà. Nonostante la superiorità numerica in quel preciso contesto (6 rossoneri contro 2 rossoblù), il Milan si è fatto infilare troppo facilmente, con Calabria e Kjaer che pigramente non leggono in anticipo un movimento ad andare ad occupare lo spazio di Arnautovic e si fanno sorprendere alle spalle. Tra l'altro il Bologna in quel momento della gara si trovava in 9 giocatori, a seguito della seconda espulsione di Soriano.

IMMAGINE 6 - 6 contro 2, il Bologna riesce ad andare al tiro. Calabria e Kjaer distratti e poco concentrati a capire in anticipo dove andare a coprire.

 

Con la doppia inferiorità numerica a pochi minuti dal termine della partita diventava difficoltoso, per il Bologna, pensare di poter gestire la partita e avere la gamba per ripartire in contropiede. Il Milan, dunque, ha sfruttato a dovere questa situazione, cominciando un forcing finale che ha messo il Bologna alla strette. I ragazzi di Mihajlovic negli ultimi 10/15 minuti, si sono schierati con un 5-2-1 (immagine 7) cercando di difendere con compattezza e densità all'interno della propria area di rigore e lasciando sfoghi solo sulle fasce. I rossoneri, infatti, hanno deciso di cominciare a muovere palla proprio sulle corsie esterne per portare la difesa rossoblù a muoversi e ad aprire spazi. Ed è grazie a questa soluzione che il Milan è tornato in vantaggio: Bakayoko si era aperto sull'esterno a sinistra andando in 1 contro 1, il terzino sinistro rossonero Tourè, attaccando il fondo, ha portato via l'eventuale raddoppio di marcatura di Schouten, permettendo all'ex Napoli di crossare in area con buoni tempi. Con precisione la difesa del Bologna ha ribattuto fuori, dove però si trovava Bennacer che calciando indisturbato, ha riportato il Milan in vantaggio (immagine 8). Vorrei anche sottolineare di come Santander, a parer mio, dovesse rimanere fuori dall'area proprio per infastidire e sporcare le possibili conclusioni dal limite dei rossoneri, invece si è fatto attrarre troppo dal pallone, ed è andato ad occupare ulteriormente l'area di rigore del Bologna, per dare una mano in più a livello numerico. 

IMMAGINE 7 - Bologna schierato con un 5-2-1 a difendere centralmente la propria area di rigore.
IMMAGINE 8 - Il Milan prova a giocare in ampiezza con Bakayoko e Calabria per aprire le maglie del Bologna. Bennacer troppo solo al limite dell'area con Santander passivo concentrato solo sul pallone.

 

Al 90' è poi arrivato il gol del definitivo 2-4 di Ibrahimovic, rimasto in posizione offensiva per sfruttare un eventuale contropiede rossonero. Infatti il Bologna negli ultimi minuti di gara ha provato a riversarsi in avanti con le ultime forze, lasciando però troppi spazi in difesa che il Milan ha sfruttato per chiudere definitivamente la partita.

Il Bologna esce da questa partita con un senso d’amarezza per la sconfitta subita, sia dopo una buona partenza, ma soprattutto dopo un secondo tempo di alto livello dal punto di vista tecnico e mentale. Resta sicuramente la consapevolezza di aver dato il massimo, nonostante la pesante inferiorità numerica, e la coscienza che con il giusto atteggiamento ce la si può giocare con tutti.  

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