Posch ha rilasciato una lunga intervista a la Repubblica dove ha sottolineato la brutta prestazione di Empoli e la volontà di riprendersi per chiudere al meglio la stagione e raggiungere l'ottava posizione in classifica. Di seguito le sue parole.

Sulla partita di Empoli: “È stata una serata molto strana. Non abbiamo fatto una buona partita, non possiamo essere soddisfatti. Dovevamo giocare meglio, era una gara importante. Volevamo i tre punti, ma così è il calcio”.

Su cosa non ha funzionato: “L’autogol subito dopo mezzo minuto ha condizionato tutto. Poi ci hanno annullato due reti. Ma la verità è che nel primo tempo non eravamo concentrati. È successo anche altre volte, per esempio in casa del Torino e del Verona. Non è la prima volta che sbagliamo l’approccio e sprechiamo 45 minuti. Non so perché. In casa partiamo al massimo fin dal calcio di inizio. Fuori casa invece ogni tanto non stiamo sul pezzo e non riesco a spiegarmelo”.

Sulla possibile mancanza di obiettivi: “No, la mancanza di obiettivi non è un alibi. Dev’esserci dell’altro. Non sono le motivazioni che hanno fatto la differenza. Noi dobbiamo pensare a noi stessi e mi auguro che i miei compagni non si rilassino. L’Europa ora è molto lontana, dobbiamo farcene una ragione”.

Sull'Europa lontana: “La delusione c’è, è innegabile. Ciò non toglie che in queste cinque partite che rimangono dobbiamo fare meglio per chiudere nella miglior maniera possibile. L’obiettivo è l’ottavo posto”.

Sulla sua prima stagione italiana: “Sono soddisfatto, ma è importante il piazzamento finale. Se finiamo bene come squadra, finiamo bene tutti e allora potrò dirmi felice”.

Sul ruolo di terzino: “Sono migliorato molto di partita in partita. È un ruolo che avevo fatto qualche volta in Germania, ma non tante. Mi piace. Sulla fascia ho più opportunità per fare gol, e quella è la cosa che mi piace di più. Ho acquisito sicurezza e mi sento anche di azzardare qualche tiro in più, Come contro l’Udinese”.

Sulla scelta di venire a Bologna: “Mi hanno contatto cinque giorni prima che chiudesse il mercato, ho incontrato Sartori, ho avuto poco tempo per decidere”.

Sulle iniziali difficoltà di intesa con Orsolini per via della lingua: “E non ero neanche l’unico. Orso non si capisce nemmeno da solo. Ci siamo intesi a gesti e col gioco, ora siamo in sintonia”.

Sulle differenze tra Serie A e Bundesliga: “In Germania c’è più intensità e atletismo. Qui più qualità e tecnica. Là si gioca più di fisico, qua appena tocchi uno stramazza per terra urlando fallo! fallo!”.

Sugli avversari più complicati da affrontare: “Kvaratskhelia. E poi Zaccagni, difficile da marcare”.

Sull'avversario più sleale: “Ce ne sono tanti di attori...”.

Sul più importante insegnamento di Motta: “Mi ha insegnato molto sulla posizione in campo, su come ricevere palla e giocarla”.

Sul futuro: “Ne stiamo parlando con la società. Io vorrei restare, Bologna mi piace e non vedo problemi all’orizzonte”.

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