Lazio, Patric: "Con Motta il Bologna ha trovato un'identità. Domani.."
Gil Patricio Gabarron, in arte Patric, ha presentato la sfida che la sua Lazio giocherà al Dall'Ara contro il Bologna
Il difensore spagnolo Patric, ha parlato in conferenza stampa a Formello alla viglia del match contro il Bologna. Ecco le parole del giocatore della Lazio.
Contro il Bologna inizia un mese cruciale tra campionato e Champions. Come vanno affrontati questi impegni cosi decisivi?
“Il calcio di oggi è cosi. Dobbiamo pensare ad una partita alla volta. Questa contro il Bologna al momento è la più importante. Dopo avremo una settimana fondamentale dove ci giocheremo tanto. Il Bologna sta facendo una bellissima stagione e quindi dobbiamo pensare solo a questa partita”.
Questa è la tua nona stagione in Italia con la maglia della Lazio. E' corretto dire che stiamo vedendo il Patric più forte sia a livello fisico che mentale?
“Si, penso che il secondo aspetto è più corretto del primo. La mente per un giocatore è importante. A volte da giovani si commettono degli errori, poi dipende dalle persone volersi migliorare. Io sono contento di quello che sono riuscito a fare”.
Sul Bologna di Thiago Motta
Il Bologna sembra più forte degli scorsi anni. Zirkzee nello specifico sta facendo bene. Lo avete studiato? Che tipo di insidie nasconde la partita di domani?
“E' una squadra molto organizzata, abbiamo lavorato soprattutto su questo. Stanno anche subendo pochi gol e stanno trovando solidità. Poi hanno giocatori forti come Orsolini e Zirkzee appunto. Da quando li allena Thiago Motta hanno trovato un'identità e stanno facendo delle buonissime cose”.
Per quanto riguarda la Lazio, avete trovato nelle ultime partite la continuità che era mancata prima. Cosa serve per continuare in questo modo?
“Ci stiamo ancora chiedendo perchè abbiamo iniziato male l'inizio di stagione. Abbiamo sbagliato soprattuto nelle prime due partite. Feyenoord per esempio ci ha fatto imparare. Adesso abbiamo preso la strada giusta senza sottovalutare nessuno”.
Qual è stato il momento in cui hai capito che potevi diventare un giocatore forte per la Lazio. Quando hai fatto lo scatto decisivo?
"C'è un episodio che non ho quasi mai raccontato. Nell'anno in cui eravamo primi e poi ci siamo qualificati per la Champions stavo facendo bene. Poi ho sofferto tanto perchè siamo stati chiusi in casa per il Covid, dal nulla ho avuto problemi di depressione e di ansia e per me è diventato tutto buio. Per questo ho iniziato a lavorare con un mental coach. La stagione senza tifosi senza tifosi è stata difficile e anche se non stavo bene, dovevo giocare tutte le partite per via dell'infortunio di Luiz Felipe. Non ho mai detto che non potevo giocare ma sono sempre andato avanti, era più facile mollare ma non l'ho fatto. Adesso che tutto è passato posso dirlo".
Sul rigore di Immobile
Cos'è successo nel momento del rigore di Immobile contro la Fiorentina. Perchè guardavi la Tevere?
“Sono un passionale, a volte faccio le cose in modo istintivo anche se mi vergogno di quello che faccio in campo. In quel momento non me la sentivo di guardare ma poi è stato bello vedere i tifosi della Tevere esultare”.
Siete reduci in campionato da due clean sheet consecutivi. Quella di Bologna è una partita importante in questo senso?
“La solidità è fondamentale per noi. Lo scorso anno questa ci ha permesso di rimanere agganciati all'alta classifica. Dobbiamo ripartire dall'essere una squadra solida e organizzata come Sarri ci chiede, se continueremo a subire pochi gol ne faremo qualcuno riuscendo a rimanere li sopra”.
Perchè Luis Alberto non viene convocato in Nazionale? Secondo te ci sono centrocampisti più forti di lui in Spagna e in Italia?
“A volte sembra che il calcio italiano sia diverso da quello spagnolo. E' vero che più tattico a livello difensivo, però si pratica un calcio moderno con squadre come la Lazio a cui piace impostare da dietro. Sembra che guardino più i giocatori che giocano in Spagna che quelli in Italia. Non so perchè succede questo ma sarebbe ora che iniziassero a guardare anche qui”.