Negli ultimi mesi, i Carabinieri del Nas di Bologna hanno intensificato le operazioni di controllo nelle province di Bologna, Ferrara, Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena per prevenire la diffusione della Peste Suina Africana (Psa). Questa patologia, che colpisce esclusivamente i suini, non è trasmissibile all'uomo, ma rappresenta una seria minaccia per l'economia agricola e la sicurezza alimentare.

I controlli, fa sapere Alimentando, svolti in collaborazione con i Servizi Veterinari delle Ausl locali, hanno interessato numerose attività commerciali. Tra queste, ristoranti, esercizi di vendita all'ingrosso e al dettaglio di alimenti etnici, nonché stabilimenti di produzione e lavorazione delle carni. L’obiettivo è stato quello di verificare la sicurezza dei prodotti alimentari e la tracciabilità delle carni, in particolare quelle provenienti dall’estero, per assicurare che non vi fossero contaminazioni da Psa.

Secondo quanto riportato dai Nas, in diverse occasioni sono stati prelevati campioni di carne per l’analisi del DNA e la ricerca del virus. In cinque casi, i test hanno confermato la presenza della Peste Suina Africana. I prodotti contaminati erano già stati posti sotto sequestro e, successivamente, sono stati distrutti per evitare il rischio di diffusione del virus. Anche in assenza del virus, i controlli hanno evidenziato una serie di gravi irregolarità, tra cui carenze igienico-sanitarie, presenza di insetti e escrementi di roditori, mancato rispetto delle procedure Haccp (Hazard Analysis and Critical Control Points), e l’assenza di tracciabilità delle carni.

Particolare attenzione è stata posta sulla provenienza delle carni, elemento cruciale nella prevenzione della Psa. Questo ha portato al sequestro di un totale di 5.500 kg di carne, distribuiti in varie province: 3.800 kg a Ferrara, 300 kg a Forlì-Cesena e 1.400 kg a Bologna. In tutti questi casi, la carne sequestrata mancava delle informazioni obbligatorie per la tracciabilità, mettendo a rischio la sicurezza alimentare e la trasparenza nella filiera.

A seguito delle irregolarità riscontrate, sono state elevate 16 sanzioni amministrative per un totale di 25mila euro. Inoltre, su richiesta dei Carabinieri, il Dipartimento di Sanità Pubblica delle Ausl ha disposto la sospensione di tre attività commerciali che non rispettavano le normative in materia di sicurezza alimentare.

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