Bologna, problema Orsolini: l'involuzione e cosa accadeva con Motta
Il sette rossoblù è per ora il lontano parente del giocatore ammirato la passata stagione. Centra anche la differente gestione tra Motta e Italiano?
La stagione del Bologna di Italiano fin qui è paragonabile ad un giro sulle giostre di Mirabilandia. Rendimento troppo altalenante che si riflette in modo incontrovertibile anche sull'umore dei tifosi e sul rendimento dei calciatori, fin qui ancora alla ricerca della continuità. Uno dei giocatori che sta risentendo maggiormente di questo momento risulta essere Riccardo Orsolini, uomo immagine e simbolo di questa squadra.
La sua passata stagione è stata da incorniciare, tanto da essere assolutamente tra i leader tecnici della squadra insieme a Calafiori e Zirkzee. Questa leadership viene attestata anche dai numeri decisamente ottimi fatti registrare dal classe 1997, per la gioia di tutti i tifosi del Bologna. Tuttavia, a distanza di qualche mese, sotto i Portici, per il 7 rossoblù appare essere cambiato tutto.
Orsolini, inizio claudicante. Con Thiago Motta…
La stagione attuale di Orsolini è decisamente in chiaroscuro, solamente un gol segnato al debutto contro l'Udinese (su rigore) e poco altro. In aggiunta alcuni dei suoi errori sottoporta stanno pesando come un macigno nella valutazione delle sue otto partite stagionali.
Con Thiago Motta la musica per il classe 1997 era totalmente differente, tant'è vero che a questo punto della stagione in campionato il 7 rossoblù aveva all'attivo 3 reti, seppur tutte realizzate nella stessa partita (contro l'Empoli). Quello che viene spontaneo pensare è che probabilmente ad influire sul rendimento del ragazzo è anche la gestione differente del calciatore tra Motta e Italiano.
Infatti con l'attuale tecnico della Juventus le partite disputate in Serie A furono 33, di cui però 19 da titolare a fronte quindi di 14 ingressi a partita in corso. Inoltre per ben 13 volte è stato sostituito. Questa gestione probabilmente consentiva al ventisettenne di sfruttare le proprie doti tecnico-fisiche a partita in corso e con gli avversari stanchi.
Il risultato è stata una maggiore lucidità sottoporta che lo ha portato a concludere il campionato con 10 reti all'attivo e pochi gol sbagliati sottoporta. Totalmente diversa la gestione di Orsolini da parte di Vincenzo Italiano, che fa del sette rossoblù un titolare fisso.
Fin qui questo sistema sicuramente non sta ripagando, anzi il classe 1997 appare meno brillante e meno lucido sotto porta della scorsa stagione. La risaltita dei felsinei passa anche dalla sua “rinascita”.
Il Bologna ha bisogno di lui per risolvere la crisi del gol
Sotto le due Torri si sta vivendo un periodo particolarmente deficitario in zona gol: solamente 7 in altrettante partite. E se si ricorda che di questi 7, 3 sono arrivati dal Toto Castro si sottolinea maggiormente il periodo complicato di tutti gli attaccanti rossoblù, Orsolini compreso.
Italiano ha assolutamente bisogno della miglior versione del classe 1997, viste e considerate le difficoltà di ambientamento di Dallinga e quelle in zona gol di Ndoye. Di tempo per rimediare ce n'è, ma occorre invertire il trend fin da subito.
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