Match analysis: ecco il Napoli di Spalletti
Andiamo ad analizzare i princìpi di gioco del Napoli di Luciano Spalletti, prossimo avversario del Bologna
Il Napoli di Luciano Spalletti rientra senza dubbio tra le squadre più forti della nostra Serie A, con un'identità tattica ben precisa e giocatori di grande qualità tecnica. Nonostante il mercato estivo avesse creato qualche malumore alla piazza partenopea, il tecnico toscano sta riuscendo a far emergere tutte le peculiarità dei suoi giocatori, puntando anche su una solidità difensiva invidiabile. Il gioco del Napoli non segue sempre e solo dei binari prestabiliti, ma si sa conformare in base alla tipologia di partita e avversario da affrontare. E' una compagine abile nel palleggiare e muovere palla nella propria metà campo, ma capace anche di andare velocemente in verticale tra le linee per attaccare con intensità e cattiveria. Attualmente al secondo posto in classifica, quasi a punteggio pieno con 8 vittorie e 1 pareggio, il Napoli non può di certo mettersi da parte per la lotta Scudetto.
SISTEMA DI GIOCO:
Il modulo tipo del Napoli è il 1-4-2-3-1 o il 1-4-3-3, ma è un sistema fluido, che si modella a seconda delle diverse situazioni di gara. Generalmente la squadra costruisce con un 3+2 (immagine 1), utilizzando i due centrali difensivi (Rrahmani e Koulibaly) e il terzino destro Di Lorenzo. A questi tre si aggiungono i due centrocampisti centrali Fabian Ruiz e Anguissa. In fase di non possesso palla, invece, la squadra di Spalletti si schiera con un 1-4-4-2 o 1-4-5-1 con tanta densità per coprire con ordine tutto il campo.
FASE DI POSSESSO PALLA:
Il Napoli inizia l'azione praticamente sempre con la costruzione dal basso, con Ospina, portiere molto bravo con i piedi, che dà il via alla manovra. A ricevere, solitamente, sono o Koulibaly o Rrahmani che successivamente, in caso di pressing avversario, muovono il pallone verso i terzini che hanno più opzioni di gioco, solitamente l'esterno lato palla e il mediano di riferimento che si abbassa o viene incontro. Difatti gli azzurri sfruttano tantissimo le catene laterali, formando delle vere e proprie triangolazioni mobili per creare spazi e aprire le maglie avversarie (immagine 2 e 3)
Un'altra tipologia di costruzione e sviluppo della fase offensiva del Napoli riguarda la giocata diretta verso l'attaccante nigeriano Osimhen. Il Napoli, come detto precedentemente, tende a sviluppare e dare sfogo del suo gioco a partire dai terzini. Come vediamo nell'immagine 4 possiamo notare Mario Rui in possesso di palla, con ben 4 suoi compagni ad andargli incontro per fornirgli un possibile sostegno di gioco, ma in realtà è solo un trigger, ovvero un ‘innescatore codificato’ che fa compiere una scelta agli avversari: i calciatori della Roma vanno a fare densità portando ben 5 giocatori, pensando di chiudere ogni possibile giocata del Napoli. In realtà, però, l'obiettivo degli uomini di Spalletti è proprio attrarre la linea di pressione per poi liberare spazio alle spalle della linea stessa per andare a servire in verticale Osimhen, che negli spazi e in campo aperto può diventare veramente devastante. Il giovane attaccante nigeriano può poi andare a puntare direttamente la difesa avversaria e tentare la conclusione in porta (immagine 5).
Anche in fase di rifinitura e di finalizzazione si utilizzano molto le corsie laterali: in caso di sovrapposizione dei terzini che portano via un uomo avversario, gli esterni offensivi (Insigne e Politano su tutti) si accentrano per cercare il tiro a giro sul secondo palo. L'altra soluzione consiste nell'attirare su una determinata fascia la pressione e la densità difensiva avversaria, con fraseggi veloci nello stretto, per poi andare velocemente sul lato opposto servendo il terzino o l'esterno d'attacco che può andare a puntare l'uno contro uno o andare al cross in area di rigore (immagine 6).
FASE DI NON POSSESSO PALLA:
In fase di non possesso il Napoli si schiera generalmente con un 1-4-5-1, con una linea di centrocampo molto folta e densa, con gli esterni offensivi che si abbassano e si stringono per coprire e vigilare l'ampiezza. L'unico a rimanere in avanti e a partecipare meno alla fase difensiva è Osimhen che viene lasciato preventivamente in posizione più avanzata per sfruttare eventuali recuperi palla e transizioni veloci nelle quali lui si esalta (immagine 7).
Il Napoli porta una pressione molto alta e intensa sulla prima costruzione e sul giro palla avversario, con tutti i calciatori che difendono avanzando e andando uomo contro uomo (immagine 8). L'obiettivo è togliere tempo e spazio all'avversario e obbligarlo a scelte e giocate forzate o imprecise per fargli perdere il possesso della sfera. Se invece il pressing non porta al recupero rapido o immediato della palla, la squadra tende leggermente ad arretrare e a schermare, con un baricentro comunque medio alto, le sortite offensive avversarie.
La linea di centrocampo, inoltre, nel momento in cui la squadra scherma, si presenta scaglionata: troviamo Fabian Ruiz più arretrato a coprire eventuali passaggi in verticale e per tenere corti i reparti; Anguissa e Zielinski pronti ad alzarsi e a pressare da un momento all'altro. Con questo assetto di scaglionamento la squadra avversaria si trova in difficoltà ad effettuare passaggi in verticale tra le linee in quanto non ci sono spazi (immagine 9).
PUNTI DI FORZA: Squadra che con l'arrivo di Spalletti ha imparato ad attaccare e a fare male in più modi, sia gol giro palla, sia attaccando velocemente in verticale; pressione alta e forte che può portare al recupero veloce del pallone; catene laterali; Osimhen in campo aperto.
PUNTI DEBOLI: E' una squadra che se viene attaccata sui terzini può andare in difficoltà, specialmente dal lato di Mario Rui che soffre molto i tagli alle spalle. Può complicarsi lo sviluppo del gioco e la fase di finalizzazione se il Napoli gioca contro un avversario che tiene le linee molto corte e compatte.