Marocchi: "Il Bologna deve credere nell'ottavo posto. Su Arnautovic..."
Le parole di Giancarlo Marocchi nell'intervista odierna rilasciata a Repubblica sull'imminente match che vedrà sfidarsi Bologna e Roma
Giancarlo Marocchi, ex calciatore rossoblù, ha rilasciato un'intervista a la Repubblica, in cui affronta diversi temi: dalla situazione di Arnautovic, al momento della squadra di Thiago Motta, fino alla partita odierna che vedrà i rossoblù ospitare al Dall'Ara la Roma. Di seguito le sue parole.
Sull'ottavo posto: “Il Bologna deve crederci, dall’ottavo al tredicesimo ci sono sei squadre in due punti, parliamo di traguardi molto simili, ma arrivare ottavi certificherebbe la bella stagione svolta”.
Su Thiago Motta: “Motta è stato bravissimo, dopo un avvio complicato, a capire che giocatori come Ferguson ed Aebischer erano utilissimi, perché gli hanno permesso di trovare i giusti equilibri. Poi pensiamo a Medel, sembrava che il Bologna non potesse farne a meno, lui l’ha avanzato in mediana, poi a un certo punto ha proposto Schouten, che io reputo fortissimo. Prima sembrava che mancasse determinazione, personalità, e Medel era quello che questi ingredienti li metteva per tutti, poi è nato un altro Bologna”.
Su Arnautovic: “Io credo che oggi come oggi, ma forse anche in proiezione futura, se vuoi migliorare e lui sta abbastanza bene, lo devi mettere. Perché Marko è il miglior giocatore di questa squadra. Forse è quello col carattere peggiore, anche se io non lo conosco, o diciamo quello che ha un atteggiamento che ti fa pensare che abbia un brutto carattere”.
Sui fischi del Dall'Ara quando Motta lo sostituì contro la Samp: “Ma ebbe il riconoscimento dell’intero gruppo, con quella scelta”.
Sul vedere i giocatori tutti sullo stesso piano: “Assolutamente no, ma se c’è una cena alle 8 bisogna che siano tutti lì alle 8. Però no, non penso che siano tutti uguali, io da mediano ho giocato con Baggio, con Del Piero, sapevo di dover correre come un pazzo e sicuramente più di loro, ma sapevo che erano loro poi a farmi vincere le partite”.
Sull'importanza del lavoro settimanale per Motta: “Avessi trovato chi mi chiedeva un lavoro di questo tipo avrei avuto un logorio mentale, non solo fisico, troppo elevato. Se tu hai cinque allenamenti e ne fai due al 100% secondo me sono più che sufficienti. Che la domenica sia l’appuntamento clou è evidente. Io potevo sbagliare passaggi, ma mai l’approccio. E se il sabato su un foglietto mi scrivevano chi marcare sui calci d’angolo non me lo son mai dimenticato, e non credo d’essere un mostro d’intelligenza. Con questa pretesa che il lavoro della settimana determini tutto allora Maradona non sarebbe mai sceso in campo”.
Su Dybala e Orsolini: “Dybala se sta in area rimane uno dei più decisivi in assoluto, invece non mi piace quando va in giro per il campo. Orsolini? È una manna che sia tornato protagonista. Il suo sorriso, la sua carica, le sue espressioni anche quando pasticcia: è uno contagioso, c’è bisogno di giocatori così”.
Su Zirkzee: “Mi auguro che Thiago sia l’allenatore che riesce a trasformarlo in un giocatore vero. Non lo dico solo per il bene del Bologna, ma anche di noi spettatori, perché di doti ‘sto ragazzo ne ha tante”.
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