Bazzani: "Schouten difficile da rimpiazzare. Zirkzee deve sfruttare l'occasione"
Le parole al Resto del Carlino di Fabio Bazzani sul momento che stanno attraversando i rossoblù
Fabio Bazzani ha rilasciato una lunga intervista al Resto del Carlino in cui ha affrontato diversi temi legati al momento che sta attraversando il Bologna. Ecco le sue parole.
Sulle cessioni di Schouten e Arnautovic: “Tutti e due andranno a giocare la Champions: come facevi a trattenerli se avevano quell'ambizione? Tenerli qui a forza voleva dire correre il rischio di avere un Arna e uno Schouten molto diversi a livello di testa, rispetto a quelli che abbiamo conosciuto”.
Sul non volere giocatori scontenti in spogliatoio: “E' così che deve ragionare un allenatore. Se nello spogliatoio hai giocatori scontenti quella negatività può contagiare i compagni”.
Sulla squadra ancora da completare: “Il mal di pancia dell'allenatore che vorrebbe al più presto la squadra fatta è comprensibile, ma non mi preoccupa, succede a tutti. Simone Inzaghi ha fatto quasi tutto il precampionato col terzo portiere. Mourinho fino a ieri là davanti aveva solo Belotti. Tante squadre sono ancora in fase di costruzione”.
Sulle prime due gare di campionato: “In Serie A non ci sono verdetti scritti, specie nelle prime giornate. Sono due partite che il Bologna si giocherà fino in fondo”.
Su Zirkzee come centravanti titolare: “La partenza di Arna gli regala una grande opportunità e lui deve fare di tutto per sfruttarla. Ma l'idea di prendere un sostituto di Arnautovic che non faccia ombra a Zirkzee non mi trova d'accordo. Joshua deve giocarsi tutte le sue carte, ma il club deve prendere il miglior centravanti possibile per riempire il vuoto lasciato da Marko. Dopodiché sarà il campo a stabilire chi merita di giocare”.
Sul vuoto lasciato da Schouten: “Da un punto di vista tecnico è più complicato da colmare. Dominguez ha palleggio ma non ha le letture di Schouten. Serve un play vero. Nel calcio di Motta il ruolo di Schouten è strategico”.
Su Orsolini e Dominguez: “Io guarderei i ragazzi negli occhi e cercherei di capire le loro motivazioni. Con la testa giusta hanno dimostrato di poter essere giocatori importanti per questa squadra: ma se le cose non stanno più così allora è meglio salutarsi. Va da sé che chi decide di restare deve accettare di rinnovare, altrimenti dai la sensazione di essere rimasto perché non c'era niente di meglio in giro”.
Sui tanti cambi in squadra dopo una stagione da 54 punti: “Non è detto he cambiare tanti interpreti ti impedisca di rifare un'altra stagione positiva. Al Milan temevano di non poter sopravvivere alla partenza di Donnarumma e invece hanno vinto uno scudetto. E anche al Napoli, un anno fa, i tifosi vedevano nero dopo gli addii di Insigne, Mertens e Koulibaly. E abbiamo visto com'è andata a finire”.
Su Ndoye: “Lo conosco, ed è il classico attaccante duttile, capace di fare tante cose, che si sposa col calcio di Motta”.
Sul terzino contro il Milan e Corazza: “Col Cesena è stato bravo: ma quella è una casella da riempire. Nel calcio di Motta il terzino sinistro si butta dentro al campo e deve avere letture sofisticate. Cambiaso nel suo anno a Bologna è stato indottrinato su questo: un vantaggio per Allegri”.
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