Match Analysis: il Venezia di Zanetti
Andiamo ad analizzare i princìpi di gioco del Venezia di Paolo Zanetti, prossimo avversario del Bologna
Dopo due settimane di stop ritorna finalmente in campo la Serie A. Per la 13^ giornata di campionato, il Bologna ospiterà il Venezia di Paolo Zanetti. L'ultimo precedente risale ormai alla lontana stagione 2001/2002. Una partita che ha dunque il sapore di altri tempi. Il Venezia arriva al Dall'Ara dopo la fondamentale vittoria sulla Roma per 3 a 2 allo stadio Penzo. La fiducia è quindi alle stelle, anche perchè la classifica sorride ai 'lagunari' che attualmente si trovano fuori dalle zone calde.
L'allenatore Paolo Zanetti, a partire già dalla scorsa stagione in Serie B, ha costruito una squadra propositiva, con assetti tattici e codificati molto chiari. Il Venezia visto in questa stagione è un mix tra calciatori navigati e giovani di talento provenienti da diversi paesi del pianeta. Un ‘melting pot’ di culture che rendono Venezia e il Venezia Calcio una realtà tutta da scoprire.
Paolo Zanetti ha sistemato una squadra equilibrata nelle due fasi di gioco. I problemi si concentrano soprattutto nel reparto offensivo. Sono infatti solo 11 i gol segnati fino a qui, secondo peggior attacco della Serie A. La difesa regge piuttosto bene nel complesso con 19 reti subite, ben lontano dalle medie peggiori di squadre invischiate a pieno regime nella lotta per uscire dai bassifondi.
SISTEMA DI GIOCO:
Paolo Zanetti ha modellato una squadra improntata sul 1-4-3-3 o 1-4-2-3-1. A brillare tra le maglie dei ‘lagunari’ c'è sicuramente Gianluca Busio, playmaker di centrocampo italo-statunitense di soli 19 anni. Attenzione anche all'atletismo e alla velocità di David Okereke, vera e propria freccia del reparto offensivo del Venezia. Faro qualitativo in zona di rifinitura è senza dubbio Mattia Aramu. Il fantasista mancino è alla prima stagione in Serie A dopo aver trovato la sua dimensione proprio a Venezia. Con la sua qualità è il calciatore più pericoloso della formazione di mister Zanetti.
FASE DI POSSESSO PALLA:
Prendendo in esame l'ultima partita del Venezia, vittorioso nel match casalingo contro la Roma, analizziamo la costruzione della fase di possesso palla dei ‘lagunari’. Nel primo sviluppo del gioco, il Venezia si affida alle capacità tecniche del neo acquisto Sergio Romero. L'esperto portiere argentino, oltre alle qualità indiscusse tra i pali, ha tra le sue corde una notevole abilità nel giocare con i piedi. E' lui che, a seconda della pressione portata dagli avversari, decide come iniziare l'azione, se dal basso o provando direttamente a saltare le linee di pressione. Sulla costruzione dal basso i due centrali di difesa si posizionano sui rispettivi vertici dell'area di rigore. Si imposta, solitamente, con un 3+2, orientando la giocata soprattutto sulla sinistra con primo giro palla di Ceccaroni. Come possiamo notare dall'immagine 1 si tenta di impostare il gioco dal basso con una costruzione con 3 difensori e 2 centrocampisti. Come dicevamo poc'anzi i due difensori centrali si posizionano ai vertici dell'area di rigore. Il terzino sinistro, non presente nell'immagine, prende campo in ampiezza ed esce dalla prima costruzione. Busio, regista vero e proprio della squadra, effettua un movimento fuori linea che gli consente di staccarsi dalla zona centrale per andare a ricevere lateralmente sulla sinistra dove c'è più spazio (immagine 2).
Quando tra le maglie degli avversari non ci sono spazi il Venezia è spesso paziente nel giro palla. Non forza eventuali verticalizzazioni col rischio di giocare con poca precisione. Tende invece a girare la sfera, effettuando delle rotazioni in mezzo al campo, per provare a smuovere gli avversari e aprire varchi da sfruttare. Nelle situazioni di gioco in cui il reparto offensivo è guidato da Thomas Henry, il Venezia può variare lo sviluppo dell'azione andando ad effettuare un attacco diretto. L'attaccante belga sopracitato ha una fisicità davvero notevole ed è molto bravo sia nel gioco aereo che nel prendere posizione per far salire la squadra.
Il Venezia, una volta effettuato lo sviluppo del gioco, orienta l'azione spesso sulle corsie esterne. Da una parte Mazzocchi e dall'altra Haps danno grande corsa, sostegno e dinamismo sulla fascia. Ma è quando il pallone arriva ad Aramu o Kiyine che i ‘lagunari’ si rendono pericolosi. I due esterni offensivi sono giocatori molto tecnici. L'obiettivo e cercare di isolarli tramite sovrapposizioni continue dei terzini o inserimenti nei corridoi interni delle mezzali. Una volta ‘isolati’ questi due calciatori sono molto abili nell'1 contro 1 e possono rendersi davvero pericolosi per le difese avversarie. Arrivati in zona offensiva sono liberi di creare e inventare giocate, liberi da qualsiasi impegno tattico. Come vediamo nell'immagine 3 Aramu si è riuscito a liberare dalla pressione sulla destra e va a puntare con intensità la retroguardia della Roma. Il 10 del Venezia inventa calcio e con il sostegno di Okereke e Busio fa arrivare palla, grazie a tocchi corti, ravvicinati e qualitativi, a Kiyine. Quest'ultimo si trova libero nel centro sinistra e va a concludere in porta (immagine 4). In generale parliamo di una squadra che sa attaccare in tanti modi, e che lascia completa libertà d'espressione alla fantasia dei suoi calciatori più tecnici.
FASE DI NON POSSESSO PALLA:
Anche in fase di non possesso palla il Venezia si schiera con il 1-4-3-3. Su sviluppo iniziale degli avversari l'obiettivo è posizionarsi con linee corte e strette per rendere più difficile la giocata centrale. Non si cerca troppo la pressione alta, ma si tende ad aspettare con un baricentro medio. Solitamente l'attaccante centrale (Okereke o Henry), con l'aiuto di Aramu, va a schermare e oscurare il play avversario. Come vediamo nell'immagine 5 la difesa della Roma, che costruisce a 3, non ha molte soluzioni di gioco. I ‘lagunari’ difendono bene e schermano con ordine a centrocampo. Si punta a orientare la Roma al gioco sulle corsie esterne dove la pressione può diventare più efficace e redditizia.
Quando lo sviluppo avversario è difficoltoso, come vediamo nell'immagine 6, con ricezione spalle alla squadra e poco sostegno, il Venezia pressa in avanti per forzare l'errore nel portare di palla, provando a chiudere anche gli appoggi più vicini. Si crea un ‘rettangolo’ di 4 giocatori in zona palla che costringono il giocatore della Roma (Pellegrini) a tirare fuori tutte le sue qualità tecniche per uscire da quella situazione e non perdere palla.
E' inoltre molto interessante l'atteggiamento del Venezia in transizione negativa, ovvero nel momento in cui perde il possesso del pallone. Nella trequarti avversaria si predilige infatti il recupero immediato del pallone. Si difende attaccando. I giocatori più vicini al pallone creano una sorta di ‘gabbia’ per recuperare il possesso. Anche i difensori, solitamente quello lato palla, non è un caso che si stacchino in avanti entrando forte sul possessore avversario del pallone (immagine 7).
In linea generale il Venezia esprime dunque un calcio moderno, non di attesa, ma votato al controllo del gioco e al recupero veloce del pallone. Tende a tenere le linee medio alte per dare compattezza centrale e costringere gli avversari a soluzioni esterne dove è più semplice recuperare la sfera. La squadra di Zanetti poi possiede giocatori di qualità nel reparto avanzato in grado di creare occasioni da gol.
PUNTI DI FORZA: Squadra propositiva nel giro palla, costruzione dal basso, buona transizione negativa per recuperare velocemente il pallone.
PUNTI DEBOLI: Difensori lenti che possono soffrire il fatto di giocare con un baricentro alto. Pochi gol, manca un finalizzatore vero e proprio.