Tiro a segno: Marco Suppini pronto per Tokyo
Il Bolognese partirà venerdì per le Olimpiadi
A settembre compirà 23 anni ed è alla sua prima Olimpiade anche se nel 2014 ha partecipato a Nanchino, in Cina, a quelle giovanili. Anzi è stato il primo bolognese a qualificarsi per Tokyo anche se la certezza è arrivata solo ad aprile. Ma Marco Suppini da Vergato (e tesserato per le Fiamme Oro), dove vive e si allena quando non è in giro per il mondo con la Nazionale, a Tokyo potrà contare anche sull'esperienza di Marco De Nicolo che nello stesso mese di anni ne compirà 45 ed è alla sua sesta Olimpiade, praticamente un record.
<<Questo mi dice che ho una lunga carriera davanti. Fortunatamente il nostro sport non necessita di grande doti fisiche. Fintanto che si ha fame si può rimanere al vertice e De Nicolo ne è un esempio. Io ne ho solo 23 e sono consapevole di star vivendo un momento davvero magico>>.
Venerdì partirà per Tokyo e il 25 luglio sarà il suo turno con la carabina ad aria compressa da 10 metri, mentre il 27 sarà impegnato sempre dai 10 metri nel misto, in coppia con una compagna di squadra. Nel suo palmares ci sono già sette titoli tricolore, un bronzo in coppa del Mondo, due argenti ai campionati europei e un oro mondiale juniores. Come arrivi all'appuntamento?
<<Ci siamo allenati bene, ma ora al'attesa è un po' snervante, non vedo l'ora di capire se il lavoro fatto pagherà anche in Giappone>>.
Quali obiettivi e come sarà un'Olimpiade senza pubblico?
<<Diciamo che si parte sempre per vincere. Poi si vedrà. L'importante è essere sicuri del lavoro che si è fatto puntando ad un obiettivo e alla fine non avere rimpianti. Nello stesso momento bisogna ricordarsi che specie nei 10 metri si lavora sui decimali e quindi l'errore è sempre dietro l'angolo. Per quanto riguarda il pubblico siamo abituati, specie nelle qualifiche, ad essere praticamente soli, mentre ci mancherà il calore del tifo nelle finali>>.
E' stata lunga l'attesa?
<<Molto, anche perchè siamo rimasti praticamente fermi da marzo 2020 a maggio di quest'anno eccetto i Campionati Italiani, un campionato europeo e una tappa di coppa del mondo. Per me non sono andati molto bene, ma sono stati prove importanti verso Tokyo>>.
Il tiro a segno è sicuramente disciplina di nicchia. Ti dispiace se ne parli solo ogni quattro anni?
<<Certamente. Nello stesso momento grazie all'Olimpiade almeno se ne parla. Se fosse pubblicizzato un po' di più credo che si avrebbe meno paura di un'arma e potrebbe essere molto utile specie ai ragazzi di oggi, spesso attaccati ai telefonini o ai giochi elettronici. Infatti tutto si basa sull'aspetto tecnico ma soprattutto su quello mentale. Ti spalanca il modo di vivere, tanto che per vincere non si deve mai pensare a vincere>>.
E la preparazione fisica quanto conta?
<<Molto perchè comunque l'arma è pesante. Se dedico circa 20 ore la settimana al tiro, non mancano certo quelle di palestra. E' necessario essere molto resistenti specie nella fascia lombare e addominale perchè le posizioni che si tengono anche per un'ora intera non sono per nulla naturali. Anche per questo tiramo con uno scafandro che ci aiuta nel sostenere la carabina. Posso garantire che la schiena è davvero molto sollecitata>>.
Come è nato l'amore per questo sport?
<<Avevo dieci anni e ho seguito mio fratello maggiore. Ho trovato il mio primo maestro Mauro Diamanti e un anno dopo ero già campione italiano giovanissimi. Poi tutto è venuto di conseguenza e quando è arrivata la chiamata delle Fiamme Oro ho potuto trasformare la mia passione in un mestiere. Per questo non smetterò mai di ringraziarle. Ora per me il tiro a segno è come la corsa per un maratoneta, non ne puoi fare a meno. Durante il lockdown è stato davvero difficile rimanere lontani dal poligono>>.
Quali sono le caratteristiche principali per un tiratore?
<<In prima battuta l'approccio. Bisogna essere sempre molto decisi. Nello stesso momento è necessario bilanciare la grinta e la concetrazione, una sorta di meditazione. E' il giusto mix per ottenere i risultati migliori>>.
Continui a frequentare Vergato?
<<Certo, quando posso mi alleno a casa al poligono dove c'è un bel gruppo di ragazzi. Però frequento anche il Tiro a segno di Bologna dove c'è un giovanissimo, Federico Mandini, che è già venuto con noi all'ultima prova di coppa del Mondo>>.