Il tecnico del Bologna Sinisa Mihajlovic, in conferenza stampa, si è soffermato soprattutto sulla sua permanenza in ospedale, raccontando le emozioni dei suoi ultimi 30 giorni vissuti, ma non solo. 

"Dal momento in cui sono entrato in ospedale, il mio obiettivo era quello di tornare alla normalità, al giorno in cui avrei potuto riprendere la mia quotidianità. Quando mi sono trovato dopo 30 giorni di nuovo in campo è stato veramente bellissimo. Sono emozioni che ho già vissuto, la salute ti fa godere la vita, la malattia ti fa comprendere il significato, perché non dai nulla per scontato. La vita va vissuta sempre all'istante. Quando ti ammali comprendi certi valori e anche una piccola passeggiata dopo un sacco di tempo ti può far rifiorire. Sono momenti che ho già vissuto, ma questa volta a livello mentale è stata molto dura, ero sempre solo a causa del Covid. L'altra volta c'erano visite continue ed ero spesso in compagnia. Sono quelle piccole cose che ti danno un senso e ti facilitano la permanenza in ospedale. E' stata veramente dura rimanere chiuso in camera da solo in queste settimane. E' sempre la famiglia che ti dà quella forza in più. Tutti i giorni uguali, da mattina a sera: è stata una tortura. L'importante era arrivare all'obiettivo ed è stato fatto. Ci tengo a ringraziare i giocatori, i dirigenti, lo staff, gli infermieri dell'ospedale Sant'Orsola, dove ormai sono di casa.

Spesso ci si dimentica che dietro ad un allenatore c'è uno staff. Più c'è coesione tra di noi, più è grande la possibilità di raggiungere risultati. Non era facile ricostruire un gruppo dopo aver perso giocatori esperti come Palacio e Danilo, ma lo zoccolo duro del Bologna, composto da giocatori esperti come Medel, Soriano, Arnautovic ha dimostrato che nelle difficoltà ci sono sempre.
Siamo ancora in corsa per gli obiettivi che ci siamo prefissati ad inizio anno. Mi farebbe piacere finire bene la stagione, anche per far ricredere chi dubitava di noi. Abbiamo vissuto dei momenti difficili con Covid, quarantene e infortuni, ma la squadra e lo staff hanno sempre avuto un grande equilibrio, con la coscienza che, lavorando bene, il campionato è lungo e c'è sempre tempo per togliersi soddisfazioni. Non a caso nel girone di andata abbiamo fatto il record di punti. Durante il periodo negativo si guardava solo ai risultati, senza tenere conto delle assenze e delle problematiche che ci hanno investito."

E ancora: “Io ho tanti difetti, ma ho il pregio che di testa sono forte. Quando ti trovi in una situazione come la mia, è normale che ti concentri su ciò che ti ha colpito, devi dare delle priorità. Successivamente poi pensi anche ad altre cose, dandoti obiettivi giorno per giorno, piccole vittorie che ti danno forza di alzare il morale. Deve partire sempre tutto dalla testa, è lì che non devi mollare mai, ma non è una cosa semplice o scontata. Ci sono stati momenti molto difficili, ma grazie alla famiglia sono riuscito a rialzarmi.”

Sulla corsa Scudetto: “Io facevo il tifo per il Napoli, pensavo avessero tutte le carte in regola, ma così non è stato. Di Napoli mi piace la gente, di grande cuore e mi sarebbe piaciuto che potessero tornare a vincere dopo tanto tempo. Tra Milan e Inter non ho preferenze. Sono due squadre a cui sono molto legato.”
 

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