Soriano: "Siamo pronti per l'Europa. Mihajlovic? Lui è il nostro condottiero"
Le parole del centrocampista rossoblù sull'Europa League, su Mihajlovic e il lockdown
Il sogno Europa a Casteldebole è ormai diventato virale. A crederci sono davvero tutti, dal mister Sinisa Mihajlovic a Roberto Soriano il quale, in una lunga intervista concessa al "Corriere dello Sport" afferma: “Io credo che la squadra sia pronta. Siamo in ballo per l’Europa e ci proveremo sicuramente anche se ora è presto per dirlo. Ci penseremo quando saremo vicini alla fine del campionato in base alla posizione di classifica. Comunque questa è una società seria che mi ha fatto una ottima impressione fin dall’inizio e ora ne ho le certezze”.
Su Joey Saputo - "Il presidente è il top, una persona umilissima e seria, uno che crede veramente nel progetto. Ho già giocato l’Europa? Sì ma non ho così tanta esperienza, sicuramente le differenze ci sono, giochi contro squadre che non hanno nome ma sono pronte. Ti accorgi che il passo è diverso”.
Sulle critiche fatte al Bologna prima del lockdown - “Per fare il definitivo salto di qualità dobbiamo solo raccogliere quanto meritiamo, in questa stagione abbiamo sempre fatto bene e forse non siamo riusciti a concretizzare al meglio. Barrow? I gol li sa fare e sicuramente ci darà una grande mano, ma tutto dipende anche dal resto della squadra e da quanto crea. Se crei tanto poi il gol arriva e tutti noi sotto questo aspetto possiamo fare meglio”.
La speranza - "Ovviamente spero che Palacio resti con noi un altro anno, parlerà con la società. Credo stia benissimo e si vede, non credo mai abbia quell’età. Dominguez? Può fare tanto bene, ha qualità e può giocare anche nel mio ruolo. Ci darà una mano anche in questo scorcio di stagione”.
Su Sinisa Mihajlovic - "Lui ci dà sempre una direzione, anche in queste settimane ha sempre avuto l’atteggiamento giusto chiedendoci di attaccare la spina fin da subito. Dobbiamo giocare al massimo le prossime 12 partite. Lui ci chiede sempre un calcio propositivo, mai di attesa, mai passivo. La malattia? Quando l’ho saputo è stata dura fin dal profondo del cuore, lui poi sembrava inattaccabile ed è stato uno choc. Le persone lo vedono sempre duro e adesso che sta meglio bisogna tornare a guardarlo con quegli occhi”.
Sul periodo covid-19 - “La quarantena è stata un po’ particolare, mi sono goduto mio figlio Diego e poi adesso è nato Elia. Io non ho paura, ma un po’ di timore per la famiglia sì. Una volta non ci avrei pensato, adesso che sono papà penso a proteggere i bimbi. Speriamo che tutti torni alla normalità, ma questa fase ci ha fatto riscoprire le piccole cose”.