L'elogio di Ulivieri: "Bologna una squadra allegra, perché si vede..."
Parla il presidente degli allenatori riguardo al Bologna, una delle sue ex squadre, in un momento assai felice e in piena lotta per l'Europa

Sono tutti strabiliati dalla grinta e la concretezza che stanno facendo sognare la città di Bologna.
Tutto ciò grazie ad una squadra che, nonostante un mercato estivo mirato al guadagno e al risparmio e un cambio di guida tecnica, sta marciando al ritmo delle big, anche quest'anno.
I rossoblù hanno trovato il terzo successo di fila in campionato, battendo l'Hellas Verona e sfatando i tabù Bentegodi e Zanetti.

50 punti e sesto posto solitario in classifica, a -2 dalla zona Champions: è questo il capolavoro di Vincenzo Italiano, che nei prossimi due mesi e mezzo si gioca l'intera stagione, tra Serie A e Coppa Italia.
Ad evidenziare i meriti di club e squadra ci ha pensato anche Renzo Ulivieri, ex allenatore del Bologna e attuale presidente dell'Associazione Italiana Allenatori Calcio e direttore della scuola allenatori della FIGC.
Queste le sue parole a La Gazzetta dello Sport.
La “trovata” del “torneo dei bar” avuta nel 1996
Ci pensavo proprio ieri in associazione (allenatori, ndr): si parlava di “open mind”... Nel mio caso, beh, mancavano sei gare alla fine, lottavamo per la promozione in A. E dovevo alleggerire la mente dei ragazzi. Così, mi venne questa idea: “Avete mai giocato i tornei dei bar? Ecco, fate finta che sia così: andiamo in finale e poi vediamo”. Iniziammo la serie contro il Genoa e l’ultima gara fu inutile: perché eravamo già promossi. Fu un modo di responsabilizzarli ma senza appesantirli. Funzionò.
Può valere anche quest'anno per il Bologna
Certo. Vale sempre. Sa cosa vedo nel Bologna di oggi? Una squadra allegra, perché si vede che sono tranquilli, come tengono e giocano la palla, che quando è finita la gara non sono stanchi, sono sorridenti. L’allegria porta via la fatica.
Su Italiano

Semplicemente perché è molto bravo. E l’allenatore bravo non è quello che è rigido sulle proprie idee. No. È quello che “mixa”. Italiano è stato bravo a studiare bene la squadra che è andato ad allenare, i suoi giocatori. Fondendo il proprio credo col materiale umano e tecnico che ha trovato.
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