Sinisa Mihajlovic (ph. bolognafc.it)

In questo campionato che sfugge ad ogni regola e ad ogni logica, condizionato dal Covid 19 e ostaggio della lotta di potere tra arbitri e Var che ora si parlano e ora si fingono indifferenti, in questa sacra rappresentazione di scena in stadi vuoti e silenziati di passione come una religione di cui si sono persi i fondamenti; abbiamo una sola certezza: ogni partita va misurata/valutata per quello che è in quel preciso momento. Ogni gara è un'apparizione, non la prosecuzione di un discorso. E’ come se il percorso di molte squadre - Bologna compreso - somigliasse a quei disegni negli albi per bambini: unisci i puntini. Il problema è che poi li unisci - i puntini - ma non ci ricavi nulla. La vittoria del Bologna sul Cagliari, maturata nei modi che sappiamo, ci dà conferma di come il destino di ogni partita sia attraversato - oggi più che mai - da refoli di un vento beffardo, che si prende gioco di tutti. Con il Cagliari è andata così: la sberla dello svantaggio dopo un quarto d'ora, il pareggio acciuffato ad un sospiro dall’intervallo, l’ennesima dimostrazione della propria fragilità difensiva e infine la rimonta, di muscoli e di cuore. Non sorprenda che il mattatore sia stato un attaccante di cui si erano perse le tracce, quel Musa Barrow che - dopo un po’ di smart working a casa - è tornato in ufficio a fare il suo dovere. Barrow certifica una vecchia regola del calcio: se hai chi fa gol, metà dei tuoi problemi sono risolti. Respiro di sollievo, classifica più solida, solite pecche difensive (sai la novità) ma anche una squadra che al Dall’Ara viaggia alla media di oltre 3 gol a partita. 4 al Parma, 3 a Sassuolo e Cagliari: 10 gol complessivi in casa, a fronte dell'unica rete segnata in trasferta, tra l'altro a tempo quasi scaduto e ininfluente per il risultato. Pensierino finale: la considerazione di Mihajlovic sul Var che sarebbe usato un po’ così (eufemismo per non insistere sul cagnolino e sul suo organo di piacere) è seppur greve quanto mai legittima e opportuna. Proviamo a semplificare: gli arbitri hanno uno strumento (il Var) per sbagliare di meno o correggere gli errori, ma non (sempre) lo usano. Come avere un cavatappi a portata di mano e insistere a voler aprire una birra con i denti. Se non sei un fenomeno da circo, finisce che ti spacchi un incisivo e fai la figura del cretino.

Resto del Carlino - Marcolin: "Bologna più cattivo. Nessuno avrebbe avuto il coraggio di Mihajlovic"
Primo ko per la Virtus femminile, Schio vince all'overtime

💬 Commenti