Uno sbiadito punto a testa per non farsi male: l'analisi tattica di Bologna-Torino
I rossoblù allungano a 3 i risultati utili, ma l'impressione è che questa squadra, in questo momento, non possa fare di più
Bologna e Torino, alla fine, non si sono fatti male. Un pareggio a reti bianche che lascia, sì quel senso di amaro in bocca, quel pensiero di poter fare sempre qualcosa in più, ma che in fondo ti fa convincere che ‘va bene anche così’. Si sono affrontate due formazioni che stanno vivendo il momento peggiore della loro stagione. Il Bologna, dopo la faticosa vittoria in rimonta con lo Spezia, ha pareggiato altrettanto faticosamente a Salerno, e con un Arnautovic in meno ha visto arrivare tra le mura amiche un Torino che non porta a casa un successo addirittura dal 15 gennaio, nonché reduce dalla cocente sconfitta casalinga contro il Cagliari.
C'erano dunque tutti i presupposti per assistere ad una gara piuttosto bloccata, tra due formazioni impaurite dal poter uscire sconfitti per l'ennesima volta in stagione. Così è stato. Hanno quindi vinto le difese, la solidità e l'agonismo. Una partita comunque discretamente godibile, sia per ritmo che per intensità, davanti a circa 17 mila tifosi, nonostante il freddissimo pomeriggio di inizio marzo.
LE FORMAZIONI
Nel Bologna, l'assenza più pesante, neanche a dirlo, è stata quella di Marko Arnautovic, reduce dal miglior momento di forma della stagione e con tre gol segnati nelle ultime due partite. Mihajlovic ha dunque dovuto ridisegnare gli interpreti. Qualche cambiamento, infatti, c'è stato. Nessuna modifica all'ossatura del 1-3-4-3, oramai diventato modulo di riferimento dei rossoblù. Davanti a Skorupski, il solito pacchetto difensivo composto da Soumaoro, Medel e Theate. Il tecnico serbo ha lasciato in panchina anche Soriano, preferendo, dal 1', la coppia Svanberg-Schouten in mediana. Nel tridente, invece, ha ritrovato la titolarità Sansone, apparso in buona condizione, specie a gara in corso, nelle ultime uscite, insieme a Orsolini e Musa Barrow.
Il Torino, invece, è sceso in campo come previsto in fase di presentazione tattica. 1-3-4-2-1, con gli stessi uomini che hanno giocato contro il Cagliari e due modifiche: Berisha per Milinkovic Savic tra i pali e Ricci al posto di Lukic in cabina di regia. Il tridente affidato a Brekalo, Pobega e Belotti.
LA PARTITA
Il Bologna ha provato, per tutto l'arco della partita, a costruire dal basso, riducendo al minimo e solo in determinate occasioni l'attacco diretto verso le punte, anche in virtù dell'assenza di Arnautovic e della sua prestanza fisica. Nell'immagine 1 possiamo notare il tipo di impostazione che ha voluto architettare Mihajlovic e che in un paio di occasioni, causa sanguinosi palloni persi, ha anche messo in apprensione la folta sponda bolognese presente ieri al Dall'Ara. Il Torino ha nei suoi princìpi di lasciare la costruzione libera al portiere. Theate e Medel si erano aperti in ampiezza per allargare il gioco. I 'granata' si erano schierati uomo su uomo per impedire uno scarico semplice ai rossoblù. Si può notare appunto una linea di centrocampisti ospiti a schermare l'uscita del pallone da dietro. Skorupski era andato poi a servire Schouten in avvicinamento che, nonostante la pressione alle sue spalle, aveva attirato su di sé il proprio marcatore. Questo movimento, oltre a consolidare il possesso tra i piedi educati dell'olandese, aveva anche lo scopo di liberare spazio dietro la linea di pressing del 'Toro', con l'obiettivo di andare a giocarci il prima possibile per poi attaccare frontalmente la porta di Berisha.
Il Torino, di contro, aveva invece costruito cercando costantemente l'attacco diretto tramite il rilancio del portiere per il gioco aereo di Belotti. Come vediamo nell'immagine 2 e come anche ho spiegato in fase di presentazione della truppa 'granata', l'obiettivo di Juric è generalmente di andare il più velocemente possibile in verticale per cercare una parità numerica situazionale. In questo caso il centravanti della Nazionale era stato cercato direttamente da Berisha. Intorno a lui c'erano 3 compagni e quattro difensori rossoblù. Si era dunque venuto subito a creare un 4 contro 4, con la possibilità, nel caso di consolidamento del possesso, di andare ad attaccare la porta del Bologna. In questa situazione, inoltre, diventava fondamentale vincere i duelli individuali.
Importante, per le sortite più pericolose messe in campo dal Torino, è stata l'ampiezza e lo sfruttamento delle corsie esterne. Se da un lato Vojvoda ha caratteristiche più di gestione palla sotto pressione, dall'altro, Singo ha uno stra potere fisico e una corsa veramente impressionanti. Non a caso, una delle situazione più pericolose della partita è arrivata dall'esterno ivoriano. Come vediamo nell'immagine 3 qui di seguito, il Torino aveva creato una bella triangolazione tra lo stesso Singo e Pobega. Quest'ultimo era andato poi a servire sulla corsa e la profondità il classe 2000. Una volta arrivato sul fondo, aveva vinto nettamente il duello fisico con Hickey e aveva confezionato un cross teso in area, dove nel mentre erano accorsi, per riempirla, almeno tre compagni. E' stata fondamentale una splendida lettura di un monumentale Medel per allontanare il pericolo.
Il Bologna, però, ha però poi retto bene le sfuriate in ampiezza del Torino, cercando di far costruire più centralmente la squadra di Juric. Ad esempio, possiamo notare nell'immagine 4 il buon lavoro svolto dai rossoblù, che avevano senza dubbio preparato la gara cercando di bloccare le sortite esterne offensive dei granata. Sul tentativo degli ospiti di sfondare sulla corsia di sinistra con Vojvoda, la formazione di Mihajlovic era andata a scalare velocemente in zona palla, creando tanta densità e portando 4 uomini contro 2 soli del Torino. In questa situazione doveva essere bravo il portatore della sfera a spezzare il duello, anche se le condizioni non erano delle migliori, visto il raddoppio vicino e l'inferiorità numerica.
Gli unici pericoli, sia per la formazione di Mihajlovic che per quella di Juric, sono arrivati soprattutto da calcio piazzato. Da una parte una doppia super parata di Skorupski a salvare il risultato prima su Singo e poi su Djidji; dall'altro errori individuali, come nel caso del tiro di Brekalo ad inizio ripresa.
Anche i rossoblù, appunto, si sono resi insidiosi nella stessa maniera, cercando di sbloccare la partita con un episodio da corner o calcio piazzato.
C'è anche da dire che il Bologna ha faticato tanto ad attirare per poi liberare con continuità spazi dietro le linee del Torino. Questo ha fatto sì che i rossoblù riuscissero a ritagliarsi peso offensivo solo con giocate individuali, soprattutto con Orsolini e Barrow. Nell'immagine 5, ad esempio, Orsolini era stato pescato molto bene in ampiezza e aveva potuto andare a puntare direttamente il suo avversario. Anche in questa situazione a fare la differenza era stato l'esito del duello stesso. In area, però, il Bologna aveva accompagnato soltanto con due giocatori, forse palesando anche stanchezza fisica. Sul cross successivo del 7 rossoblù, era sì intervenuto Hickey, ma il suo spazio di tiro era stato subito chiuso dalla superiorità posizionale del Torino, motivo per cui non aveva creato alcun pericolo a Berisha.
Da registrare anche lo straordinario duello che si è venuto a creare, per tutta la partita, tra Medel e Belotti. L'arcigno difensore cileno ha infatti costantemente tolto i riferimenti al ‘Gallo’, riuscendo praticamente a vincere tutti i duelli individuali con grande agonismo, determinazione e cattiveria.
Un punto, dunque, che permette al Bologna di allungare a 3 la striscia di risultati utili consecutivi. Risultato che nasconde momentaneamente gli evidenti problemi che questa squadra si porta dietro. Su tutti la dipendenza totale da Arnautovic: se non segna lui, il Bologna fatica a sbloccarsi. Ma non solo, nelle ultime due uscite, compresa anche quella di Salerno, i rossoblù hanno palesato difficoltà fisiche. e mentali nel tenere il ritmo nella seconda frazione di gioco, rischiando di diventare troppo vulnerabili.
Ora inizierà un filotto di partite molto complicato con Fiorentina, Milan e Atalanta in successione. Provare a strappare qualche punto sarà d'obbligo, ma l'impressione è che questo Bologna sia poco affamato, e soddisfatto di trascinarsi a fine stagione con il solito obiettivo salvezza raggiunto. Vediamo se Mihajlovic riuscirà ancora a tirare fuori qualcosa in più da questa squadra.
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