Calafiori: "In casa c'è un'atmosfera unica, unione incredibile tra squadra, staff e tifosi"
Le parole di Riccardo Calafiori in una breve intervista ai canali ufficiali della Serie A
Uno dei protagonisti indiscussi dell'incredibile stagione disputata fino a questo momento in Serie A dal Bologna di Thiago Motta è certamente Riccardo Calafiori. Lunedì allo stadio Olimpico affronterà la Roma, squadra in cui è nato e cresciuto prima di trasferirsi al Basilea e successivamente approdare sotto le due torri la scorsa estate. Di seguito le sue parole rilasciate in una breve intervista ai canali ufficiali della Serie A.
Calafiori sul suo assist per Orsolini contro il Lecce
Non è uno schema, la costante è la serenità e la tranquillità con la palla. In quel momento mi sono sentito libero di occupare quella posizione. Tutto parte dal fatto che non importa chi occupa la posizione, ma occuparla.
Su Thiago Motta da giocatore ed il nuovo ruolo da centrale difensivo
Lui aveva un livello di intelligenza sopra la media, e di tanto. Sicuramente mi ha cambiato il modo di giocare, perché mi sono sempre reputato forte come atleta, ma non così pensante. Mi ha aiutato a capire i momenti, mi rendo conto che ora leggo meglio le partite. Ho sempre avuto la capacità di trascinare gli altri, la mia volontà di andare su ogni pallone si vede dall'esterno, e lo capiscono anche i compagni.
Bologna, una città intera che sogna
Soprattutto nelle partite in casa si vede l'unione tra noi, lo staff ed i tifosi. Una cosa unica che si è creata. I tifosi continuano a seguirci fino all'ultimo. Rispetto a inizio anno ci fermano molte più persone e ci ringraziano già adesso, anche se io dico che dobbiamo ancora ottenere qualcosa di importante, ma loro a prescindere ci ringraziano per quello che gli stiamo facendo vivere.
Roma-Bologna, sfida contro il proprio passato
Spesso mi sento con compagni e ragazzi dello staff, sono stato li 10-11 anni e conosco un po' tutti. Sono più in contatto con Bove. Nello stesso anno in cui mi sono fatto male De Rossi era uno dei miei giocatori preferiti, e da un momento all'altro mi accompagnava al campo e riportava a casa. Mi ha aiutato allo stesso livello del chirurgo e dei medici che mi sono stati vicini. In campo saremo “nemici”, perché presi dalla partita penseremo poco al resto.
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