L'ascesa verticale del Bologna negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti. Uno degli artefici di questa è stato proprio Riccardo Calafiori, prototipo del difensore moderno esaltato da Motta nella passata stagione sotto i Portici e ormai consacratosi Oltremanica e in azzurro con la Nazionale. Il difensore dell'Arsenal ha però recentemente voluto riavvolgere il nastro nell'intervista realizzata in collaborazione tra Cronache di Spogliatoio e Undici. Il difensore dei Gunners classe 2002 ha ripercorso tutte le tappe di un cammino che lo ha portato nell'élite del calcio europeo. Andiamo a riportare di seguito un estratto delle sue parole, riprese anche da Sportmediaset.

Le parole di Calafiori sul suo percorso

Sicuramente non è stato facile. Ma è partito tutto da me. L'ho vissuta come una sfida personale, era quello che volevo dimostrare a me e a tutti: poter stare ad ogni livello. Però non è stato un caso, ci sono arrivato col lavoro, e c'è ancora tanto da fare, perché il calcio non è mai un percorso lineare, ma ci sono degli alti e dei bassi. E proprio i bassi sono i momenti ancora più importanti da gestire

Sull'essersi fatto aiutare e su quando è arrivato il clic

Mi sono fatto aiutare. Da inizio anno fino a dicembre/gennaio stavo facendo molto bene, non avevo sbagliato ancora nessuna partita. Poi il clic è arrivato dopo una brutta partita a Cagliari, quando abbiamo perso 2-1: per colpa mia prendemmo il primo gol e poi feci addirittura un autogol. Da lì ho deciso che dovevo parlare con qualcuno e lavorarci. Insieme al mental coach abbiamo messo degli obiettivi: fino a gennaio stavo facendo molto bene, però mancavo a livello di gol e assist, anche se sono un difensore. Da lì in poi ho fatto cinque assist e due gol, penso non sia stato un caso

Riccardo Calafiori
Riccardo Calafiori (ph. Image Sport)

Le parole di Calafiori sul ruolo di Motta, Arteta e Spalletti e la sua duttilità

Thiago Motta e poi Spalletti e Arteta, mi hanno cambiato tanto, in termini di visione della partita, di spazi da occupare, di tutto. Ma penso anche che di difensori con caratteristiche migliori delle mie ce ne sono tanti, per questo lavoro così tanto fuori dal campo e forse questo fa la differenza

Sul voler imparare altri ruoli

Ma ci sono tante cose che non so ancora fare. Tra queste c'è la voglia di imparare a giocare in più ruoli possibile. Per adesso sento di saperne fare due, vorrei impararne anche un terzo: il centrocampista. È un ruolo che mi ha sempre appassionato

Su Italia-Spagna agli Europei

È la partita che porto più nel cuore, che non mi dimenticherò mai. Sarà per sempre una delle mie più grandi soddisfazioni. Proprio per il modo in cui ho reagito dopo l'autogol: forse ho giocato meglio dopo che prima. È stato l'apice di quel percorso che avevo cominciato già da tempo, sicuramente il Riccardo di 7-8 mesi prima non avrebbe reagito così

Gianluigi Donnarumma, Giovanni Di Lorenzo e Riccardo Calafiori
Gianluigi Donnarumma, Giovanni Di Lorenzo e Riccardo Calafiori (ph. Image Sport)

Sul passaggio dalla Serie A alla Premier e sulla scoperta di Arteta

La prima cosa che mi viene in mente è l'organizzazione, quanto tengono a ogni giocatore sotto tutti i punti di vista, sia in campo che soprattutto fuori dal campo.Per quanto riguarda Arteta, mi ha impressionato fin da subito di lui quanto ci tenesse a me, a conoscermi. Un giorno al telefono mi ha mandato delle foto della mia famiglia e mi ha chiesto di dire cosa significasse per me ogni membro della famiglia. Non mi era mai capitato nulla del genere prima, non dico che mi ha convinto solo con questo, ma sicuramente ha rappresentato un momento importante

Sulla Premier

Come campionato è completamente diverso rispetto alla Serie A. Nelle partite di Premier le squadre vanno tutte allo stesso modo, a duemila di intensità, è come se giocassero in una bolla. È proprio un discorso di mentalità, di modo di giocare, non esiste controllare la partita, esiste solo fare un gol più dell'altro

Riccardo Calafiori
Riccardo Calafiori (ph. Depositphotos)

LEGGI ANCHE: Il Bologna non si ferma più: è quinto in Europa in una speciale classifica

 

Il Bologna non si ferma più: è quinto in Europa in una speciale classifica
Condò: "Ero convinto che il segreto del Bologna in Champions fosse Motta, ma..."

💬 Commenti