Pecci: "Sono un estimatore di Zirkzee. Motta è bravo, ma sono i giocatori buoni a farti vincere le partite"
Le parole di Eraldo Pecci in una lunga intervista rilasciata al Resto del Carlino

L'ex rossoblù Eraldo Pecci ha parlato ai microfoni del Resto del Carlino del momento che sta attraversando il Bologna: dal lavoro di Sartori sul mercato, passando per la centralità di Zirkzee, fino al metodo di Thiago Motta.
Sul nuovo Bologna: “Mi intriga e non poco, piace ai bolognesi. Penso alla partita col Cagliari: squadra giovane e vittoria in rimonta firmata da un quasi debuttante come Fabbian. Sono tutti segnali di un ambiente che ha voglia di divertirsi e che è l'habitat giusto per far crescere i giovani”.
Sul lavoro di Motta sul campo e di Sartori sul mercato: “Motta è bravo, ma non cambio una mia vecchia idea: sono i giocatori buoni che ti fanno vincere le partita. Mia madre lo diceva sempre: per fare un buon piatto devi metterci dentro della roba buona, viceversa se gli ingredienti sono scadenti non c'è bravo cuoco che tenga”.
Sul mercato del Bologna: “Sartori sa il fatto suo e fa quello, bene, da sempre. Ma io non dimenticherei Corvino, che a Lecce anche quest'anno ha costruito una squadra che è già la sorpresa di questo avvio di campionato”.
Su Freuler e Saelemaekers: “Parliamo di ragazzi che hanno masticato la Serie A a livelli alti. Se erano primissime scelte non sarebbero venuti qui, ma a questo Bologna possono dare una bella mano”.
Su Thiago Motta: “L'ho già detto: Motta mi piace. Ma ricordate cosa si diceva al primo anno di Mihajlovic: che cavalcata, che squadra. Poi anche per Sinisa sono cominciate ad arrivare le critiche”.
Su Zirkzee come sostituto di Arnautovic: “Se a ventidue anni non sei in grado di reggere quel peso devi cambiare mestiere. Io sono un estimatore di Zirkzee: è un ragazzo che gioca benissimo e soprattutto fa giocare bene chi gli gioca di fianco. Certo, se c'è da inseguire un pallone è più facile che ci arrivi per primo il suo difensore e davanti alla porta non ha l'istinto assassino del bomber: ma ci si può lavorare”.
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