Tenere la barra dritta con i desaparecidos rossoblù è la vera impresa di questo finale di stagione. Complimenti a chi ha deciso di prendere Hickey
Il pareggio con l'Udinese ha evidenziato l'utilità di quei giocatori utilizzati con il contagocce. I veri complimenti però vanno a chi ha preso Aaron Hickey
Ok, contava poco. Ok, non cambia niente. Pari e patta con l’Udinese, ma in campo c’era il Bologna B, forse B1, facciamo C. Andate a rileggere i nomi della formazione che ha chiuso la partita contro i friulani. In campo contemporaneamente c’erano Nicolas Viola, Diego Falcinelli, Ibra Mbaye, Michel Aebischer, Francesco Bardi, Nicola Sansone e Kevin Bonifazi. E che vogliamo dire? E dunque: giù il cappello, perché tenere la barra dritta con i desaparecidos rossoblù che erano finiti ai margini per i più svariati motivi è stata la vera impresa di questo finale di campionato, cui il Bologna sta cercando comunque di dare un senso: è imbattuto da quattro partite (6 i punti raccolti), tutte giocate con personalità. Mbaye quest’anno ha giocato 104 minuti, una sola volta è partito titolare. Falcinelli - escluso per la prima parte del campionato - nel 2022 ha cominciato a rivedere il campo, come Dante e le stelle: da lontanissimo. Un’ora di gioco per lui: 60 minuti tondi. Bardi era al debutto assoluto. Viola, comprato per ignoti motivi, ha sommato un’oretta e una manciata di minuti in sette mesi al servizio della causa. Sansone non segnava dalla notte dei tempi, quando nei bar era di tendenza il tamarindo e alla tivù c’era ancora il carosello. Se in un gruppo anche le riserve o le riserve delle riserve quando vengono chiamate in causa riescono a dare il loro contributo, allora significa che il lavoro degli allenatori va considerato virtuoso. Bravi tutti, da Mihajlovic a Taniga, a tutti i collaboratori. La considerazione finale ci porta a tessere gli elogi di un ragazzo che - con l’applicazione, la forza di volontà, sbagliando e provando, riprovando e risbagliando - è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista. Parliamo di Aaron Hickey. Complimenti a chi - tra i dirigenti - ha individuato in questo scozzese una qualche potenzialità, complimenti a chi ha deciso che i due milioni di euro erano spesi bene. Hickey ha già giocato una quarantina di partite con il Bologna. All’inizio sembrava (era) precipitato da un altro mondo, l’ABC della fase difensiva gli sfuggiva, alternava momenti di buona volontà a ad altri di confuse intenzioni. Ma nei mesi è cresciuto, è diventato in breve tempo uno dei prospetti più interessanti del Bologna. Ed ha visto aumentare il suo peso specifico grazie anche ad una qualità preziosa: i gol segnati. Già 5 in questo campionato, bottino eccellente per un terzino. Valore aggiunto per un ragazzo che - vale la pena ricordarlo - non ha ancora vent’anni: li compie il 10 giugno.