Bologna: Orsolini in formato Europa, Corazza ancora con noi
L'esterno italiano continua a sorridere e a lavorare sodo per un posto in Nazionale, così come Corazza per restare a Casteldebole
Il Corriere dello Sport-Stadio fa una panoramica sulla situazione esterni in casa azzurra, dove manca proprio l'apporto di un Riccardo Orsolini che, in fase realizzativa è uno dei migliori nel suo ruolo.
Orsolini e l'Europa
Per ora solo il Bologna si affida al suo numero sette, Riccardo Orsolini, escluso dalla lista della Nazionale del cittì Luciano Spalletti nel doppio impegno di venerdì con la Macedonia a Roma e lunedì con l'Ucraina a Leverkusen. E se nella prima delle due partite, la nazionale ha vinto e convinto, lo stesso non si può dire della gara decisiva nel monday night, valida per un pass diretto a Euro2024. Serviva passare e così è stato, ma l'Italia non ha segnato e gli interpreti offensivi degli esterni è stato inefficace: Zaniolo non ha mai punzecchiato, Berardi è rimasto a guardare dopo la prova poco convincente di venerdì, Politano è subentrato per poi esser sostituito nel recupero da Darmian, e poi c'è Chiesa, discorso a parte. Orsolini, intanto, non si perde d'animo e non traspare un sorriso che al suo volto è sempre rimasto fedele. Continua a lavorare duramente, con il sorriso, senza mai spendere parole fuori posto o apprezzamenti di scarso conto: non fa per lui. Lui che più spesso ha visto navigare oltre la linea del fuorigioco, costato caro a Reggio Emilia, ma anche a Firenze, nonostante il tempo di passaggio sbagliato da Lewis Ferguson. Motta, intanto, lo prova anche nel versante di sinistra, non il suo preferito, ma consapevole che possa incidere anche da quel lato del campo e perché no, guadagnarsi un posto per gli Europei da vice Chiesa, unico ad agire da sinistra.
“Corazza resta qui”
A sinistra è chiuso, a destra pure: Lykogiannis e Kristiansen da un lato, Posch e De Silvestri dall'altro. Tommaso Corazza, però, non demorde e continua con grinta, umiltà e voglia di apprendere a convincere Motta nel volerlo tenere con sè. Che sia la scelta corretta o meno lo dirà solo il tempo, certo è che per un ragazzo di 19 anni la panchina non è l'opzione migliore. A quella età bisogna giocare, ma allo stesso tempo la sua scalata nel mondo dei grandi è stata precoce e rapida, per cui la pazienza può giovare un maggior spazio nella seconda parte di stagione. Il gol all'esordio stagionale con il Cesena in Coppa Italia, però, Motta non se lo è dimenticato, nemmeno i tifosi, tantomeno lui, scaltro nel raccogliere una palla a metà strada e ad insaccare sotto la traversa il vantaggio felsineo dopo appena due giri di lancette. Corazza è poi subentrato con Milan, Juve e Inter, dal 1' con l'Empoli (vinto 3 a 0), salvo poi a Firenze eguagliare la terza panchina, senza ingresso, consecutiva. Motta è stato chiaro, però, “Tommi rimane qui”, il che vuol dire che comunque nel ragazzo ci crede, c'è da vedere quanto.
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