Chiedimi se sono felice, Italiano: "Ora ci fidiamo. Gioca Ravaglia. Odgaard? Se Pairetto..."
Le dichiarazioni in conferenza stampa del tecnico rossoblù alla vigilia di Bologna-Monza
Alla vigilia della gara valevole per la ventunesima giornata di Serie A tra Bologna e Monza, in programma sabato 18 gennaio, alle ore 15, allo stadio Renato Dall'Ara, è intervenuto il tecnico felsineo Vincenzo Italiano. L'allenatore rossoblù ha parlato così ai microfoni della sala stampa del centro tecnico Niccolò Galli.
Sul pareggio con l'Inter
Secondo me bisogna sfruttare questi momenti positivi, intesi come prestazioni che continuiamo a sfornare e nei quali tanti giocatori si fanno trovare pronti, anche chi non ha giocato per molto tempo. Dobbiamo analizzare errori e situazioni in area di rigore avversaria, prendere spunto, preparaci e battagliare in partita. Cose belle e meno belle se ne vedranno ancora: duelli persi, sviste e errori sotto porta. Siamo passati dall'essere una squadra che non subiva da quattro partite a subire qualcosa di troppo, sono dinamiche, l'importante è avere organizzazione soprattutto quando ci si allena poco. Dobbiamo sfruttare che giochiamo la partita in casa, sotto al nostro pubblico e che arriviamo da un momento positivo.
Su cosa le è piaciuto di più a San Siro e sulla difesa a 5
Difesa a 5? In passato mi era successo e l'avevo proposta anche qui a Bologna. L'Inter giocava con i quinti con i piedi sulla linea, avevo delle avvisaglie e volevo dare una mano ai ragazzi aggiungendo un uomo in difesa, anche se negli ultimi minuti ci siamo snaturati e abbiamo costruito meno, ma bisognava pensare alla sostanza e non badare all'estetica. Sono contento di chi ha giocato meno e mi ha dato delle risposte: è la cosa più bella che mi lascia San Siro. Vedere Moro, Lykogiannis e Casale giocare così è la dimostrazione all'allenatore che qualche volta può sbagliare e che vogliono mettermi in difficoltà. È l'atteggiamento giusto.
Sulle condizioni di Castro e Holm
L'unica cosa che temo è il recupero delle forze, perché parlando anche con lo staff e i preparatori abbiamo avuto uno sforzo disumano mercoledì e giocando sabato alle 15 è difficoltoso recuperare e andare a 100 all'ora. Voglio mettere in campo gente che può performare al 100%.
Su El Azzouzi e Cambiaghi
Stanno intensificando, questa settimana li abbiamo introdotti anche nelle partitine, ma sono ancora un bel po' in ritardo. Il loro livello di adattamento ai ritmi è ancora basso.
Su Lucumì
John è un giocatore che sotto l'aspetto delle letture è di grandissimo livello. Deve mantenere la spina attaccata per tutta la durata della partita e non pensare che le partite siano messe in ghiaccio prima del fischio finale. Dobbiamo abbassare qualche errore, ma lui e Sam stanno facendo bene.
Su Ravaglia
Penso che domani giocherà lui.
Sulle rimonte subite
Fa parte di una partita di calcio. Sono andato a vedere quante volte ho rimontato e quante volte sono stato rimontato in carriera e il dato si equivale. È qualcosa che uno può mettere in preventivo. Poi in alcune occasioni si può fare meglio come con la Roma che abbiamo avuto occasioni per andare sul 3-1, mentre con il Lecce abbiamo scardinato noi la difesa salentina che si stava ben comportando. L'Inter in una finale di Supercoppa ha preso gol nei minuti di recupero: è la dimostrazione che quando regna l'equilibrio, davanti tutti hanno qualità, fisicità e può succedere di tutto fin tanto che le partite restano vive. Negli ultimi 4 minuti con l'Inter non abbiamo corso pericoli e siamo stati bravi a limitarli, invece con la Roma eravamo troppo vicini alla nostra area e se continui a concedere la Roma ti fa gol.
Sul Monza: le differenze tra Nesta e Bocchetti
Con il Monza di Bocchetti qualcosa è cambiato. Abbiamo introdotto la partita con tutto il gruppo squadra: rispetto a Nesta sono più aggressivi perché lo richiede la loro classifica. Hanno cambiato il sistema di gioco e sono riusciti a vincere con la Fiorentina. Arrivano qui senza abbandonare l'idea di ottenere l'obiettivo salvezza. È una squadra temibile che ha valori, gente esperta con tanti campionati alle spalle. Il Maldini che ho visto nell'ultimo periodo, il ritrovato Ciurria, il Caprari post infortunio, sono tutti giocatori temibili: hanno qualche infortunato di troppo ma arrivano con entusiasmo e possono essere pericolosi, dobbiamo cercare di fare bene ed essere attenti.
Sulla palla persa da Odgaard contro Bastoni
L'unica cosa che dico ai trequarti e ai centrocampisti offesivi che spesso si abbassano sulla linea mediana a prendere la palla è che non devono farlo perché in costruzione abbiamo già 4 difensori e 2 centrocampisti. Dobbiamo evitare di prendere palla in zone che possono farci male in caso di riconquista avversaria. In quella circostanza per dinamica ho avuto la sensazione che fosse fallo, poi rivedendolo è vero che Bastoni prende la palla ma se Pairetto fosse stato girato la giudicava diversamente e magari interrompeva l'azione sul nascere. I trequarti devono farsi gli affari loro dentro la nostra metà campo: in fase di possesso dobbiamo limitare le palle perse, specie dentro la metà campo avversaria perché subiamo contropiede.
Sulle pene inasprite dopo le espulsioni che sono costate punti al Bologna
Mi sono arrabbiato tantissimo. Ormai deve essere un principio per ognuno di noi, perché non vai oltre il pareggio nel momento in cui rimani in dieci e se lo fai è una manna dal cielo. Non va bene e dobbiamo stare più attenti.
Sulla prestazione di Orsolini a San Siro
Orso mi è piaciuto, da una sua assistenza siamo riusciti a far gol. Rientra da un periodo di inattività e spesso i problemi muscolari danno noia e rallentano: prima dell'infortunio ogni tiro che faceva era gol ed era in uno stato di grazia incredibile. Lui deve limitare qualche errore, deve cercare quando gli arrivano i rifornimenti sì di avere concretezza ma anche di alzare la testa e cercare l'assist verso i compagni. L'ho visto cresciuto rispetto ai 45 minuti di Torino, siamo convinti che piano piano tornerà l'Orso di qualche mese fa.
Dalla prima vittoria di Monza ad oggi: cosa è cambiato
Quello che è cambiato, lasciando perdere il campo, penso che sia l'approccio dei ragazzi. Ora è diverso, ci siamo conosciuti per cinque mesi, hanno capito che io voglio tutto tranne il male del Bologna e il loro male. Ci fidiamo gli uni degli altri. È cambiato l'atteggiamento e lo vedo anche in seduta video da come hanno gli occhi sbarrati e attenti su ciò che spiego.
Sul mercato
Non voglio entrare dentro questo discorso, mi fermo sul l'aggettivo “migliorabile”. La nostra intenzione è quella, siamo vigili da qui a fine mercato, ma non si può pensare ad un Bologna peggiorato, chiudo subito la parentesi (fa riferimento all'eventuale cessione di Ndoye, ndr). Vogliamo crescere, migliorare, aggiungere qualità e nel girone di ritorno continuare il nostro percorso di crescita.
Sul bilancio personale
In genere i bilanci si fanno a giugno, ma sono un allenatore felice. Sono contento di tutto ciò che mi circonda, dei ragazzi, della società, dell'ambiente. Lo dico con onestà, mi piace il clima che c'è allo stadio: quando la nostra pressione porta frutti, quando gestiamo la palla. Mi auguro che questa sintonia non finisca mai. Sono felicissimo di tutto ciò che stiamo attraversando, non vedo alcun campanello d'allarme su quello che stiamo costruendo. Questo clima dobbiamo salvaguardarlo e deve contraddistinguere il nostro cammino: è stato sempre quello che percepivo da avversario a Bologna, anche con Sinisa e Thiago in panchina.
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