Licenza di sognare: l'analisi tattica di Fiorentina-Bologna
Rossoblù belli, efficaci e determinati nel vincere la terza partita delle ultime quattro: ecco perché sognare si può
Lasciateci sognare, ne abbiamo tutto il diritto. La piazza felsinea si è risvegliata con entusiasmo ed eccitazione per l'ennesima buona prestazione, con vittoria, del Bologna. Dopo 13 anni i rossoblù hanno espugnato l'Artemio Franchi, domando una Fiorentina che è sembrata palesemente inferiore alla truppa di Thiago Motta. Una partita che certifica una cosa: il Bologna è vivo e può ambire a qualcosa di differente rispetto alle scorse stagioni. E' il quarto risultato utile consecutivo, di cui tre sono vittorie. Domenica ci sarà il Monza e quella dopo ancora la Sampdoria. Altre due partite assolutamente alla portata per una squadra che può ancora dire in questa stagione. Il settimo posto è lì, a portata di mano, ad un solo punto di distanza. La lotta per l'accesso alla Conference League è più viva che mai e, almeno per ora, c'è anche il Bologna tra i partecipanti. E quindi sì, lasciateci sognare perché ce lo meritiamo.
LE FORMAZIONI
Il Bologna si presenta all'Artemio Franchi puntando sulle solite e solide certezze. Con Soumaoro squalificato, Thiago Motta dà una chance al giovane difensore Sosa al fianco di Lucumì, con Posch e Cambiaso a completare il pacchetto arretrato davanti a Skorupski. Reparto di centrocampo composto dal tandem Schouten-Dominguez, sempre a loro agio nel giocare insieme. Il tridente alle spalle dell'unica punta Zirkzee è formato da Orsolini, Ferguson e Soriano, con il compito di dare costante imprevedibilità alla manovra offensiva.
La Fiorentina di Vincenzo Italiano ha optato invece per un 1-4-3-3 con Terracciano tra i pali; Dodo, Milenkovic, Igor e Biraghi in difesa. L'esperienza di Bonaventura al fianco di Amrabat e Barak con Saponara, Jovic e Nico Gonzalez a formare il reparto offensivo.
LA PARTITA
Una delle caratteristiche evidenti del Bologna targato Thiago Motta è soprattutto l'approccio alla partita, difficilmente sbagliato. I giocatori, infatti, entrano sempre in campo con il piglio giusto e con i concetti ben chiari in mente. Non è un caso, dunque, che anche nel match di ieri i rossoblù siano scesi sul rettangolo verde del Franchi con maggior convinzione rispetto agli avversari.
Il gol del vantaggio, con il rigore trasformato da Orsolini, è nato infatti da un atteggiamento estremamente propositivo dei giocatori rossoblù. Il fallo di mano è arrivato conseguentemente ad un angolo, ma l'azione che ha portato a quel calcio piazzato è frutto della marcata mentalità dall'ex tecnico dello Spezia. Non andrei, dunque, a concentrarmi sull'angolo stesso o sul rigore, che di tattico ha poco, ma mi piacerebbe evidenziare quanto avviene nell'IMMAGINE 1 di seguito. Nella fase di costruzione del gioco da parte della Fiorentina è possibile notare l'importantissimo lavoro senza palla svolto dai calciatori offensivi sul portatore di palla avversario. Zirkzee, Soriano e Ferguson vanno infatti ad oscurare le linee di passaggio in scarico; Schouten si alza forte su Amrabat che, di conseguenza, non riesce a trovare appoggi facili a lui vicini. Tutti i restanti calciatori ‘viola’ sono troppo nascosti e lontani dalla zona palla, costringendo il centrocampista marocchino a portarla per troppo tempo per poi farsela soffiare dall'olandese rossoblù. Da lì parte poi la transizione offensiva in 3 vs 3, terminata con la conclusione di Zirkzee deviata in corner da Terracciano. Da quell'angolo, come detto precedentemente, il direttore di gara assegnerà poi il calcio di rigore trasformato da Orsolini.
Una volta sotto nel punteggio, la Fiorentina ha cominciato ad alzare i ritmi delle proprie trame, con una serie di buone rotazioni in mezzo al campo con protagonista Bonaventura, decisamente il giocatore avversario più qualitativo nel palleggio e nell'interpretazione delle situazioni. Complice il vantaggio, il Bologna ha invece abbassato gradualmente il proprio baricentro, soffrendo un po' l'aumento dell'intensità degli avversari. Quest'ultimi hanno infatti iniziato a trovare tracce migliori verso l'esterno del campo per isolare gli esterni, Saponara e Gonzalez su tutti.
Il gol del pareggio, arrivato pochi minuti dopo il penalty di Orsolini, è stato il frutto di un repentino e improvviso cambio di atteggiamento dei padroni di casa. Come vediamo nell'IMMAGINE 2 la Fiorentina ha sviluppato gioco isolando bene Gonzalez sulla corsia di destra. L'argentino è però braccato molto bene da ben tre calciatori rossoblù che, conoscendolo, gli hanno impedito di rientrare con pericolosità sul mancino, suo piede forte. Il classe ‘98 ha quindi scaricato il pallone su Bonaventura che a sua volta ha disegnato un cross in area. La difesa a zona del Bologna non si è fatta in realtà trovare impreparata, ma l’uscita maldestra di Skorupski ha scombinato i meccanismi. Il portiere polacco ha infatti respinto corto e sulla ribattuta sempre di Nico Gonzalez, Saponara ha trovato la deviazione vincente a porta praticamente sguarnita. Si è trattato di un gol che poteva essere tranquillamente evitabile.
Il pareggio non ha però scalfito le forti convinzioni del Bologna, anzi. I rossoblù hanno infatti ricominciato ad assalire i giocatori avversari in fase di non possesso e, una volta col pallone tra i piedi, isolato sempre molto bene i due esterni offensivi Soriano e Orsolini.
L'immagine tipo del primo tempo rossoblù è quella seguente (IMMAGINE 3), con l'ennesimo pressing feroce orientato al recupero del pallone in zone di campo avanzate. Il portatore di palla Saponara si ritrova improvvisamente in un vicolo cieco, con ben quattro giocatori del Bologna attorno a togliergli respiro. Come capitato anche nell'azione che ha portato al gol del vantaggio, il trequartista viola non ha appoggi vicini e si trova costretto a mantenere per troppo tempo il possesso della sfera. I rossoblù, di conseguenza, riescono a recuperarla e a trasformare l'azione in offensiva, con una transizione terminata con il tiro a lato di Orsolini. Atteggiamento attivo, feroce, determinato e orientato al recupero istantaneo del pallone: sono questi i principi di gioco chiesti da Thiago Motta sulla prima costruzione avversaria.
Ad inizio ripresa il Bologna è passato nuovamente in vantaggio, con il gol che sarà del definitivo 1-2. Ad andare in rete, ancora una volta, è stato Posch, al suo quarto centro stagionale. Il difensore austriaco si sta rivelando un'arma importantissima nel gioco aereo, ma la sua zuccata vincente non è frutto del caso, ma bensì di un calcio piazzato sicuramente provato durante la settimana.
Sul punto di battuta è andato Orsolini, sempre molto bravo nel disegnare traiettorie veloci, forti e tagliate. Ferguson e proprio Posch partono molto vicini, quasi come fossero un corpo unico. Poco prima della battuta del numero 7, Ferguson compie un movimento di blocco sul marcatore della Fiorentina che in questa situazione stava marcando a uomo nell'area piccola. Questo fa sì che Posch sia praticamente indisturbato nel muoversi sul primo palo per colpire di testa e segnare la rete del nuovo vantaggio (IMMAGINE 4). Movimenti e dettagli che possono sembrare scontati o banali, ma che in realtà, per funzionare, devono essere provati e riprovati in allenamento.
Come successo dopo il gol dello 0-1, col nuovo svantaggio, la Fiorentina ha provato a reagire di orgoglio alzando l'intensità. La squadra di Italiano ha tentato quindi di sfondare soprattutto sulle corsie esterne, specialmente a sinistra, sfruttando i movimenti dentro al campo di Saponara e le sovrapposizioni esterne della mezzala o del terzino lato palla. Una situazione di questo genere è evidente nell'IMMAGINE 5 di seguito. Saponara in possesso della sfera va a giocare dentro al campo, favorendo la sovrapposizione esterna di Barak che prende il fondo e serve un traversone in area per Jovic o Nicolas Gonzalez, poi non sfruttato efficacemente.
Queste tipo di situazioni si sono ripetute più volte nella seconda frazione e sono state probabilmente le uniche modalità d'attacco tentate dalla Fiorentina. Il successivo ingresso di Brekalo ha dato maggior rapidità sulla corsia esterna di sinistra, ma Cabral e Mandragora hanno tolto dinamismo e imprevedibilità al centrocampo viola. Le uscite di Barak e soprattutto Bonaventura hanno assottigliato ulteriormente i rifornimenti agli uomini offensivi di Italiano, ma anche rotazioni e sovrapposizioni. Mandragora è apparso troppo statico e Cabral è finito per pestarsi i piedi con Jovic.
Ecco quindi che le uniche situazioni più pericolose sono nate da sfondamenti sulla corsie esterne o giocate individuali dei calciatori di maggior talento come Brekalo e Gonzalez. Da queste, però, è molto complicato che possano venir fuori opportunità degne di nota. Il Bologna si è trovato dunque a gestire il vantaggio in maniera abbastanza tranquilla, senza rischiare particolarmente. I rossoblù hanno poi gradualmente abbassato il baricentro per difendere meglio con un blocco basso e compatto, provando a ripartire con la freschezza dei nuovi entrati.
Al triplice fischio è stata festa per i quasi 2000 tifosi rossoblù accorsi al Franchi. Una vittoria meritata, per un Bologna che ha messo in luce un'idea di gioco molto chiara e fluida, a differenza invece di una Fiorentina apparsa in confusione e molto limitata nelle scelte offensive. Tutti ingredienti, quelli rossoblù, che fanno pensare ad un futuro che può continuare a regalare risultati e prestazioni positive.
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