E' un Bologna immaturo e bamboccione: i rossoblù non sono ancora pronti all'Europa
Il solo punto racimolato nelle due partite contro Sassuolo e Parma ha fatto svanire i sogni continentali
Ciaone al sogno Europa. Aver raccolto un solo punto tra Sassuolo e Parma equivale ad una sentenza: il Bologna non è ancora pronto, il salto di qualità è rimandato a data da destinarsi. Squadra immatura, fragile, volubile. Basta saperlo, senza menarla tanto. Accettare la medietà diventa una regola. Saputo (nel senso di Joey) rischia di rimanere ancora un participio passato. Se questo era un test (e lo era), i rossoblù l’hanno fallito. Indagare sul «come» significa infilare il dito nella piaga: messo sotto sul piano del gioco dal Sassuolo (più squadra, più qualità, più tutto), raggiunto in un minuto e mezzo e avanti 2-0 dal Parma. A quanti sostengono che l’obiettivo è difendere il 10° posto rispondiamo: e per farci che? L’anno scorso il Bologna si è piazzato 10° con 44 punti, sappiamo tutti com’è andata e come stava andando prima (con Inzaghi), quindi bello bellissimo in alto i calici. Campionato 2017-18: 15° con 39 punti. Campionato 2016-17: 15° con 41. Campionato 2015-16: 14° con 42. Mihajlovic ha migliorato il rendimento del Bologna di Donadoni (giù il cappello, nessuno ha dubbi); quest’anno farà sicuramente meglio dell’anno scorso (ha ancora 6 partite da giocare). Ma il problema non è Mihajlovic. Il problema è una squadra perennemente «in progress», in attesa di un futuro che non arriva mai. Manca la personalità, il faro a cui guardare quando butta tempesta. Se si spegne la luce non c’è nessuno che ha una mezza idea di dove sia l’interruttore. E’ un Bologna-bamboccione, che non sa crescere e darsi un tono diverso. La dimensione di rossoblù è questa, il galleggiamento in una terra di mezzo dando di gomito a Parma, Verona, Cagliari, forse Fiorentina, il Sassuolo no, il Sassuolo è di un’altra caratura per qualità degli interpreti e filosofia di gioco. Considerazioni sparse sui giocatori: Soriano pesa (e si sapeva), Barrow sta dando continuità al suo rendimento (bene), il furore di inizio campionato di Orsolini si è affievolito, Danilo è una garanzia (l’unica in difesa), Skov Olsen è un mistero gaudioso. Skorupski merita una considerazione a parte: ancora una volta ha mostrato tutti i suoi limiti, confermando chi pensa che la prestazione di San Siro contro l’Inter sia stata un’eccezione. Il Bologna prende gol da 27 partite di fila. Non può essere un caso. Ok, Tomiyasu sul gol di Inglese gioca a mosca cieca; ma Skorupski non azzecca i tempi di un’uscita da quando pensavamo che la Fiat Marbella fosse il futuro. Domanda finale: che fine ha fatto Sansone? L’utente non è mai raggiungibile. Da quando il campionato è ripreso sta vagando come si faceva vent’anni fa, quando i Nokia non avevano campo e si girava - noi tutti - con il braccio alzato e il telefono in mano sperando di veder aumentare le tacche. Pronto? Mi senti? Pronto?