Il Bologna batte il Como tra cori di sarcasmo dell'Andrea Costa e quello esclusivo per Italiano
Un solidissimo Bologna batte i Lariani 2-0 ribadendo l'eccellente stato di forma del periodo. I cori delle due tifoserie e quello esclusivo a Vincenzo Italiano
“Uff amore… ennesima faticaccia settimanale, dai porta pazienza che finita la champions starò più a casa", “nemmeno il tempo di rientrare da Lisbona che si va già un'altra volta allo stadio!!”. Bene, vere come banconote da 32 euro, le lamentele per coprire le ”fuitine" allo stadio le abbiamo fatte e le mogli/mariti/compagn*/fidanzat* li abbiamo formalmente sistemati, quindi via le maschere e: “YEAAAAHHHH DI NUOVO ALLO STADIO” in un tripudio di birre, pizze, panini lordi del carrozzone e BFC, tanto BFC… questa settimana ho visto più Sam Beukema del collega d’ufficio, eh vabbé.
L'Andrea Costa stupita risponde ai comaschi
Dicevamo, altro giro al Dall’Ara e stavolta tocca al Como, compagine inserita nella blacklist delle stroricamente poco inclìni a soccombere col Bologna. Già questa iazza atomica sarebbe deterrente per stare alla larga dallo stadio e recuperare le forze per le trasferte di Bergamo e Lecce (grazie per averla messa alle 18 di domenica, orario così comodo per che deve prendere aerei alla sera). I tifosi ospiti guadagnano subito le simpatie con un “Bologna, Bologna, vaffan*cuore” accolto tra lo stupore generale, perché poi: “chi vi ha mai fumato negli ultimi mille mila anni?”. L’Andrea Costa risponde sarcasticamente ad un loro “ripetuto”, cioè hanno ripetuto “Como” per circa 5 minuti, forse credendo fosse una ridondante domanda in spagnolo: “Como?”.
La partita si sviluppa esattamente come da attese: Bologna in massa nella metà campo lariana e Como che ordinatamente fa giro palla dal basso cercando di ripartire con le imbucate verticali per le punte. Due traverse colpite dai rossoblù (Lucumi e Dallinga) intervallate dal vantaggio di Lollo De Silvestri (da esterno ad eterno è un attimo), prima della follia di Fadera. Il gambiano (non si chiama Musa ed è già di per sé una notizia), sclera ferocemente in mezzo al campo invitando più volte il direttore di gara a seguire il Bologna nel coro dei Comaschi. Per lui prima giallo e poi rosso diretto. Di conseguenza sale ancor di più la pressione dei rossoblù, addirittura si posizionano, a turno, i due centrali di difesa a ridosso della trequarti d’attacco per attaccare alla fonte i portatori di palla. Alla metà del secondo tempo arriva il 2-0 di Fabbian (bentrovato Gio’) che abbatte il portiere centrandolo con una pallonata prima che la sfera varchi la linea di porta.
Il coro esclusivo per Vincenzo Italiano
Ultimi quindici minuti col Como, sempre mantenendo il già citato ordinato, patinato e inappuntabile giro palla “che rende molto Cesc Fabregas”, impegnato alla ricerca del gol che potesse riaprire il match ma la superiorità tecnica e di personalità (oltre che numerica) del Bologna fanno la differenza. Da segnalare una punizione di Nico Paz con splendida risposta di un poco impegnato ma sempre vigile Skorupski.
In conclusione, la partita ha sancito che il Bologna ha definitivamente salito un ulteriore gradino, più formale rispetto alla sostanza, e che li in alto ci sta benissimo, a proprio agio. Inoltre per la prima volta da Carletto Mazzone ai giorni nostri (Sinisa è altro, una roba viscerale, diversa, l’amore disperato che non si può descrivere), viene intonato un coro per il Mister. Il coro non ci deve portare da nessuna parte (così potete rimettere in tasca che “anche per il predecessore si era fatto un coro”) ma è solo ed esclusivamente per Lui. E lui lo riceve nel momento più “Vincenzo Italiano” di tutti ovvero quando sta sacramentando contro tutto e tutti, molestando i presenti in panchina, per via di una palla gestita male a centrocampo.
ITALIANO ALLENATORE CHE AMO (quasi cit. Skiantos).
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