La sconfitta con l’Atalanta condanna il Bologna ad una deriva desolante. Cupe le prospettive per il finale di stagione
Il 18enne Moustapha Cissé condanna il Bologna. Chissà se Saputo sarà venuto a sapere di come gli scout dell’Atalanta hanno individuato il giovane guineano
Chissà quali pensieri hanno attraversato la mente di Joey Saputo seduto in tribuna al Dall’Ara l’altra sera, quando Moustapha Cissé, il 18enne che Gasperini ha fatto esordire nel finale di partita, ha segnato il suo primo gol in Serie A condannando il Bologna alla 2ª sconfitta consecutiva e ad una deriva desolante, con prospettive cupe per questo finale di campionato, dopo che la squadra di Mihajlovic ha vinto una sola partita delle ultime dieci disputate (con lo Spezia, 2-1) e nelle ultime quattro ha segnato la miseria di un gol. Chissà se qualcuno gli avrà raccontato la storia - favola no, le favole sono altre: questa è una storia di vita e di dolore e di sogni - del ragazzo che dalla Guinea dopo aver perso il padre a sedici anni è arrivato in Italia; dell’adolescente che fino a un mese fa giocava in Seconda Categoria nella Rinascita Refugees, la squadra dilettantistica di Copertino - in provincia di Lecce, territorio di caccia di un vecchio amico di Joey: Pantaleo Corvino - e parliamo di una squadra appunto composta da calciatori richiedenti asilo. Chissà se Saputo sarà venuto a sapere di come gli scout dell’Atalanta l’hanno individuato, valutato e portato di peso a Bergamo - senza star lì a pensarci più di due minuti e senza spendere cifre esorbitanti (figurarsi) - per giocare con le giovanili nerazzurre; chissà se il presidente del Bologna avrà letto da qualche parte che - dopo solo un mese (un mese!) e tre partite con la Primavera - Gasperini un po’ per necessità e un po’ per scelta l’ha preso con la prima squadra e fatto debuttare in Serie A. Chissà se - tra un incontro e l’altro - qualche dirigente rossoblù ha portato nell’ufficio di Saputo il voluminoso plico (emoticon che ride) con la lista dei giocatori cresciuti nella Primavera del Bologna che sono approdati in prima squadra (tre emoticons che ridono) o che comunque si sono costruiti una solida carriera. Chissà se - dopo la chiacchierata con Mihajlovic e con il ds Bigon e l’ad Fenucci - Saputo abbia ora le idee più chiare su cosa fare nell’immediato futuro. Chissà se ha dato un’occhiata al calendario e visto che il Bologna - in queste ultime 9 partite in programma - affronterà quattro delle prime cinque (Milan, Inter, Juventus e Roma), tre squadre che presumibilmente saranno impegnate per non retrocedere (Sampdoria, Venezia e Genoa) e una - toh, il Sassuolo - che forse inquadrato l’obiettivo Conference League o forse no. Chissà se i suoi consiglieri lo avranno rassicurato, tutto ok, ci si salva in scioltezza, il margine è sufficiente per essere tranquilli, certo che lo è, cominciamo a pensare all’anno prossimo. Chissà. Chissà. Chissà.