Al timone del Bologna c'è Jerdy Schouten
Il centrocampista rossoblù sempre più al centro del gioco di Motta e reduce dall'ennesima grande prova a Bergamo
Il cammino di Jerdy Schouten con Motta non era iniziato nei migliori dei modi, ma poi il tecnico italo-brasiliano si è dovuto ricredere. Quella di sabato si è dimostrata l'ennesima prestazione pregevole per il centrocampista olandese, il quale ha potuto contare ben 167 palloni recuperati, incrementati dalla percentuale di contrasti vinti (61%) e una head map impressionante a fine gara. Il Corriere dello Sport-Stadio riporta un tweet della Lega Serie A, secondo la quale: “Schouten era ovunque”. Chiamato in vari modi, ma quello prediletto è “il professore” - termine coniato dai suoi compagni- essendo un manovratore, ragionatore e illusionista. Ragazzo calmo e dal sangue freddo - come sottolineato da Motta- con cui, dopo una fase atipica iniziale, ha avuto grandi affinità grazie all'intensità messa in scena e richiesta dal mister. Un passato trasandato, tra infortuni, capacità reattive e le due operazioni che lo hanno tenuto lontano dai campi per circa un intero anno. Poi l'arrivo, conteso con il Feyenoord, a Bologna, con cui ha fatto parlar di sé, scalando le gerarchie e incrementando il proprio valore in maniera esponenziale, passando dai 2,5 milioni ai 20 attuali, meno dei quali il Bologna non lo farà partire. Il 26enne olandese a pieni piedi in città: accasatosi con la famiglia, ha imparato l'italiano in appena 3 mesi grazie a sedute straordinarie, e il prolungamento del contratto fino al 2026 sono di buon auspicio per proseguire un cammino con i felsinei che va avanti da oramai 4 lunghi anni. Cercato da Sartori all'Atalanta, ma soffiato mesi dopo da Bigon e Di Vaio per mezzo milione in più. Il ragazzo sarà premiato nella sfida di sabato al Dall'Ara contro il Milan per le 100 presenze in rossoblù (assieme a Dominguez) confezionate da due sole reti, unica nota “negativa” sul quale egli stesso se ne fa un'autocritica, scherzandoci su.
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