Lettera aperta a Mihajlovic: "Si dissoci dai criminali autori di genocidio in Jugoslavia"
Un centinaio di esponenti della vita politica e sociale chiedono un gesto forte dal futuro cittadino onorario
In vista del conferimento ufficiale della cittadinanza onoraria di Bologna a Sinisa Mihajlovic, arriva la presa di posizione di un centinaio di esponenti della vita politica e sociale della città che hanno fatto recapitare una lettera aperta a Sinisa Mihajlovic chiedendo una presa di posizione in merito ai genocidi commessi in Jugoslavia dal generale Arkan.
“Le scriviamo in attesa le venga formalmente consegnata la cittadinanza onoraria che il Consiglio comunale di Bologna le ha conferito. È nostra convinzione che parte del suo passato, da lei mai ritrattato, nel quale ha apertamente sostenuto chi nel conflitto balcanico si è macchiato di crimini contro l’umanità nei confronti delle popolazioni di Bosnia Erzegovina renda un grave errore per tutta la comunità bolognese e italiana il conferimento di questa onorificenza, riservata in passato a donne e uomini che hanno agito nella loro vita per l’affermazione della libertà e della pacifica convivenza. Bologna, l’Emilia-Romagna e l’Italia si sono distinte negli anni ’90 “per iniziative di solidarietà e cooperazione verso le popolazioni vittime della pulizia etnica compiuta dai serbi di Bosnia e dalle milizie cetniche”, continua la lettera. Tra queste anche l’adozione a distanza di centinaia di bambine e bambini, anche orfani che grazie a questa straordinaria iniziativa di solidarietà hanno potuto sopravvivere alle durissime condizioni sociali, educative ed economiche conseguenti al conflitto. Le chiediamo di dissociarsi con chiarezza, pur a distanza di tempo, dai criminali che commisero azioni di genocidio verso civili inermi, così come riconosciuto dal Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia dell’Aja. Questo gesto renderà onore alla memoria delle vittime innocenti di quei crimini- si conclude l’appello- e sarebbe coerente con la storia di civiltà e difesa della pace che Bologna e l’Emilia-Romagna rappresentano”.