Editoriale - La Virtus tra presente azzurro e futuro rosa
Mentre la maschile si prepara alla sfida con Brindisi, la femminile imposta la prossima stagione
Sono giornate molto intense in casa Virtus Segafredo Bologna, con la maschile impegnata nel presente e la femminile già proiettata al futuro.
Partiamo da quest'ultima, dalla presentazione del nuovo allenatore e della nuova Stella. Lino Lardo torna alla Virtus dieci anni dopo aver allenato la maschile e ci torna da commissario tecnico della Nazionale Donne che a giugno sarà impegnata nell'Europeo. Per l'allenatore nativo di Albenga è la prima esperienza da capo allenatore di una squadra femminile e c'è un motivo ben preciso per cui ha accettato l'offerta virtussina: la possibilità di lottare per vincere. Perché la Segafredo che sta nascendo è una squadra che punta a scalfire il dominio di questi anni di Venezia, Schio e Ragusa e per farlo accelerando i tempi ha calato subito l'Asso. Cecilia Zandalasini è semplicemente la giocatrice italiana più forte del momento: classe ‘96, è decisamente nel suo prime tecnico. Viene da tre stagioni ad alto livello al Fenerbahce, ha giocato in WNBA, è la punta di diamante della Nazionale. Il suo ritorno in Italia è un gran colpo sia sul campo che fuori, basti vedere quante attenzioni ha scatenato sui social la sua presentazione. Dunque un acquisto dalla duplice funzione per la Segafredo: da un lato un investimento sul marketing della squadra e dell'azienda, dall’altro l'evidente possibilità di accorciare in tempi stretti il divario con le big. Ecco, su questo però vale la pena essere chiari. Per arrivare all'obiettivo finale scudetto sarà necessario dare a Lardo altri elementi di spessore (che infatti arriveranno) e avere pazienza, lavorare con calma e pazienza, affrontare i momenti turbolenti con pazienza. Ho già detto che ci vuole pazienza?
Per la Virtus maschile invece è ancora prematuro pensare al futuro. La squadra di Djordjevic domani inizia la serie di semifinale contro Brindisi, una serie che si preannuncia molto dura e più complicata di quella dei quarti con Treviso, rivelatasi comunque non semplice anche per demeriti virtussini. C'è la curiosità di capire se il secondo tempo di Gara 3 con la rimonta partita da una (finalmente!) bella difesa possa aver fatto comprendere pienamente alla Segafredo che non sarà nella metà campo avversaria che si decideranno i playoff. La Happy Casa è avanti 2-0 in stagione e pur trattandosi di sfide in contesti temporali diversi non possono non essere un punto di riferimento. I brindisini sono più fisici e più atletici della Virtus, che in campionato fu brava al PalaPentassuglia a togliere spazio per le transizioni rapide ma non completò l'opera. Le V nere hanno tutto quello che serve per superare l'ostacolo ma, appunto, non possono permettersi un lavoro a metà sui due lati del campo, soprattutto il proprio. Insisto su quest'ultimo punto perché G3 con la De' Longhi ha dimostrato ulteriormente che questa squadra sa difendere se vuole. Ed è bene volerlo contro gli Harrison, i Thompson e il pubblico - contenuto di numero ma presumibilmente non nei decibel - di Brindisi.