Fabbian, parla il papà: "Vi racconto il mio Giovanni"
"La rete al Toro? Che emozione, eravamo li. Per dirvi com'è fatto mio figlio: martedì è tornato a casa per mangiare con noi e i nonni"
In un'intervista rilasciata ai microfoni del Resto del Carlino, Alberto Fabbian, papà di Giovanni ha parlato a 360 gradi del figlio, da Rustega, paesino nel Veneto dove Fabbian è nato e cresciuto, fino ai gol in Serie A.
L'infanzia a Rustega e il nonno
Giovanni Fabbian è originario di Rustega, un paesino di millecinquecento anime del comune di Camposampiero (Padova). “Sa qual è la cosa che mi rende più orgoglioso di mio figlio? Che è un ragazzo tranquillissimo, senza fronzoli e con la testa attaccata al collo. Per dire com’è fatto Giovanni – racconta il padre – martedì, di ritorno da Bologna, ha pranzato e cenato insieme a noi e ai nonni, che abitano a due passi da qui”. Il nonno, non è un nonno qualunque, Alberto, infatti, racconta che: “Giocava da libero, in quarta serie al Giorgione, quando ancora il Cittadella doveva nascere. Nel ‘57 Nereo Rocco voleva portarlo al Padova, ma suo padre Emilio s’impuntò: Gabriele era l’unico figlio maschio, c’era da portare avanti la famiglia e da pensare al lavoro sicuro”. Sempre sul carattere di Giovanni, papà Alberto si è espresso così: “Ma mio figlio non corre il rischio di montarsi la testa. Quando torna a casa o sta con noi in famiglia o esce con gli amici. Se qualcuno dei suoi coetenaei pensa di conquistarlo ricordandogli quanto è bravo sbaglia: a Giovanni non piace la popolarità”.
L'exploit in Serie B e le prime gioie in A
Sulla scorsa stagione, disputata con la casacca della Reggina, papà Alberto si è espresso così: "Credo che l’eccezionalità sia stata la scorsa stagione alla Reggina: non sono tanti i ragazzi che escono dalla Primavera e giocano da titolari in B. Oggi fare un po’ di anticamera in serie A per un ragazzo di vent’anni è la normalità: guardare qualche volta la partita dalla panchina fa parte del processo di crescita". Sull'arrivo in Serie A e sui primi due gol, il papà si è espresso così: "Col Cagliari è stato un lampo di gioia, ma quasi non abbiamo avuto il tempo di realizzare quello che era successo, visto che era appena entrato in campo. Col Torino l’emozione è stata diversa, forse più completa. Eravamo tutti lì, allo stadio, a tifare per lui in quella che era la sua prima da titolare. Qualcosa Giovanni nei giorni precedenti ci aveva fatto capire, sapevamo che poteva giocare dall’inizio: quindi c’è stata l’attesa, poi la partita, quindi il gol. Bellissimo". Chiosa finale sul futuro, non in ambito calcistico, del figlio: “A Reggio Calabria ha preso il diploma e si è iscritto a Economia e Commercio. Fin qui ha dato tre esami: con calma, ma intende andare avanti. Perché sa che ci sarà anche un dopo calcio”.
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