Saronni: “Basta spremere i giovani ciclisti come limoni, copiare i professionisti è sbagliato”
Il grande campione sarà tra i relatori di Campus Bike Convention per parlare di ciclismo, performance e evoluzione tecnica e scientifica
Giuseppe Saronni è stato uno dei più grandi campioni italiani di ciclismo che, dopo una formidabile carriera in sella alla propria bicicletta, ha saputo vincere ancora di più da direttore sportivo di squadre come Lampre, Bahrein e UAE.
La sua saggezza ed esperienza lo hanno portato a suonare più volte un campanello d’allarme per la crescita del ciclismo giovanile che in assenza di interventi strutturali rischia di scomparire in Italia e di lasciare la nascita dei prossimi grandi campioni alla fortuna e al caso.
In vista della sua partecipazione alla Campus Bike Convention, l’evento dedicato alla Scienza applicata al ciclismo, ha concesso un’intervista in cui ha ulteriormente approfondito la questione del futuro del ciclismo, in particolare italiano, e a quali condizioni questo potrà continuare a crescere.
Le parole di Giuseppe Saronni
Dopo aver nuovamente ribadito l’importanza di intervenire sulla sicurezza stradale per permettere a chi utilizza la bicicletta di praticare il ciclismo senza pericoli, Saronni ha sottolineato un ulteriore bisogno di politiche strutturali volte ad avvicinare i giovani allo sport: “investire nello sviluppo della pratica sportiva nei nostri giovani è molto importante, non solo per creare dei campioni, ma per creare delle generazioni sane che ci costeranno meno in sanità nel futuro e ci daranno delle soddisfazioni in giro per il mondo”.
“Basterebbe copiare dai più bravi” dice Saronni, “gli esempi più ovvi da seguire sono la Danimarca e la Slovenia che hanno sfornato campioni come Vingegaard e quel ragazzo terribile che risponde al nome di Tadej Pogacar: i loro paesi di origine hanno saputo coniugare la sicurezza sulle strade con corrette politiche di avvicinamento dei giovani allo sport. Ma oggi vale la pena prendere ad esempio anche alcuni paesi arabi come gli Emirati Arabi e altri paesi del Golfo Persico, in cui vengono spese grosse risorse negli sport, soprattutto nel ciclismo, semplicemente per dare un esempio e un modello sano alle nuove giovani generazioni. Perché con la promozione dell’attività sportiva promuovono una società più sana in cui i giovani imparano le basi di una corretta alimentazione e a utilizzare il proprio corpo per combattere l’insorgere di eventuali malattie future dettate dalla sedentarietà”.
Ma la ricetta di Saronni non si limita esclusivamente a chi determina il contesto in cui il ciclismo giovanile si sviluppa in Italia e non risparmia un messaggio forte anche a chi gestisce le poche società sportive rimaste: “I giovani spesso si allontanano dal ciclismo perché in molti già nelle categorie minori vengono sottoposti a stress non necessari: il ciclismo è uno sport di fatica e di sacrificio, ma i giovani hanno bisogno soprattutto di divertirsi. Dal mio punto di vista non si possono copiare i professionisti quando si allenano i giovani perché organizzarli in modo esasperato li porta ad allontanarsi dal movimento e se oggi non abbiamo giovani che si appassionano al ciclismo, domani non avremo grandi campioni”.
Gli appuntamenti, il programma e le info
E proprio il tema del corretto allenamento dei giovani sarà uno dei focus di Campus Bike Convention, soprattutto grazie a Diego Bragato, Responsabile Team Performance delle Squadre Nazionali FCI, che si concentrerà in due sessioni teoriche e pratiche sull’allenamento del ciclista nella fase evolutiva.
Campus Bike Convention, la scienza applicata al ciclismo, si terrà il 2 e 3 dicembre a Bologna negli spazi di FICO Eataly.
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