La sofferenza di Italiano: "Errore di concetto, oggi potevamo solo farci il segno della croce"
Le parole del tecnico rossoblù al termine di Lazio-Bologna
Allo stadio Olimpico di Roma, al termine della pesante sconfitta del Bologna contro la Lazio di Marco Baroni (3-0 il risultato finale firmato dalle reti di Gigot, Zaccagni e Dele-Bashiru), è intervenuto Vincenzo Italiano. Il tecnico rossoblù ha parlato così ai microfoni della sala stampa.
L'analisi dell'espulsione di Pobega da parte di Vincenzo Italiano
Mi sono arrabbiato perché è una cosa che ripetiamo ogni giorno, ogni allenamento, ogni riunione tecnica e anche un minuto prima di scendere in campo. Regalare un uomo in questo calcio moderno fatto di palleggiatori è come regalare la partita all'avversario. È un episodio che non ti permette di fare prestazione contro una Lazio in salute e dispiace perché fino a quel momento stavamo giocando bene e ci tenevamo a continuare sulla striscia positiva. Serva da lezione: è la seconda espulsione che non ci permette di far punti. Ora pensiamo a mercoledì.
Ancora sul rosso dell'ex Milan
Fino all'espulsione la partita mi era piaciuta tantissimo. Dal momento che rimaniamo in dieci non c'è più partita: non ci resta che sacrificarci e farsi il segno della croce. Sapevamo che avremmo faticato in undici contro una squadra in salute come la Lazio, ma farlo in dieci è praticamente impossibile. Mi dispiace anche per il grande dispendio di energie perché tutti i ragazzi hanno corso il triplo e questa cosa non va bene in vista dell'impegno in Champions League.
Sul mancato ingresso di Ferguson
Sta bene dal punto di vista clinico, ma ora deve aumentare minuti, ritmo e condizione. Quando lo farà avremo a disposizione un grande calciatore. Oggi non era congeniale metterlo dentro in una situazione del genere.
Sul momento della Lazio
Ha giocatori forti, Baroni ha trovato la chiave per farli esprimere bene e ora c'è entusiasmo e fiducia. Quando arrivi qui all'Olimpico è difficile perché i giocatori di livello hanno la personalità di guidare la squadra. Era già tosta in parità numerica figuriamoci con uno in meno. C'è ancora una vita davanti, ma in questo momento la Lazio può lottare per la vetta della classifica.
Sui cambi dell'intervallo
Mi dispiace aver tolto Orsolini e Karlsson. L'idea era di non lasciare un'unica punta in balia dei loro difensori ma averne due per rifiatare e tenerci alti. Poi ho messo dentro palleggiatori per tenere la palla e far passare il tempo. L'idea era quella. Con l'Atalanta avevo lasciato un'unica punta e aveva avuto difficoltà. Volevo arrivare fino alla fine cercando di dare del filo da torcere alla Lazio davanti.
Sulla prestazione di Santiago Castro
È forte, ha 20 anni ed ha tutto per diventare un grandissimo giocatore. Oggi lo ha dimostrato in un momento di gioco diverso dal solito, lo ha fatto legando il gioco, lottando e sacrificandosi per farci salire. È un calciatore importante che ha margini enormi di miglioramento e sono convinto, per la fame che ha, che farà una grande carriera.
Sulla solidità difensiva: dato in discesa dopo la sconfitta odierna
Mi fa piacere che si sottolinei la nostra solidità difensiva fino al 35' di oggi perché parlarne dopo il risultato finale mi dà davvero fastidio. Potevamo vincere o perdere però fermare questa crescita difensiva che avevamo mostrato anche nei singoli non mi scende. Dobbiamo imparare la lezione. Qualche errore può capitare ma solo se tecnico non di concetto. Non so se si vede ma sto soffrendo per questo risultato.
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