Il Bologna di Vincenzo Italiano ha trovato nelle ultime uscite la tanto agognata continuità: tre successi consecutivi contro Cagliari, Lecce e Roma che rilanciano inevitabilmente le ambizioni europee dei rossoblù.

Tra i calciatori più rappresentativi degli emiliani non si puo' non menzionare Riccardo Orsolini, sempre più leader del Bologna. L'esterno classe 1997, protagonista in questo inizio di stagione con già 5 gol segnati, si è raccontato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.

Le parole di Orsolini

Sul Bologna e su cosa non è cambiato rispetto all'anno scorso:

Non so se avete capito ma… il Bologna sta tornando. Lo dico dai tempi del ritiro: allenatore nuovo, concetti simili ma da fare diversamente, serviva tempo. Stiamo tornando perché oggi siamo più quadrati. Sicuri. E in fondo, a parte il periodo di pareggite acuta, abbiamo perso una gara, solo una: col Napoli…Cosa non abbiamo perso rispetto all'anno scorso? Lo spirito. La gioia di stare insieme. L’amicizia, il gruppo, il sorriso. Ci divertiamo a giocare insieme

Riccardo Orsolini
Riccardo Orsolini (ph. Image Sport)

Sulla Nazionale:

Ho già detto che a noi ali il nuovo modulo di Spalletti ci penalizza un po’. Non dovete chiederlo a me il perché non arriva l’Italia. Io ci punto, sempre. È un obiettivo, non un cruccio. Ho raggiunto una Fase Zen: dopo l’Europeo ho detto che mai più soffrirò per una delusione calcistica. Prima stavo male.

Da cosa arriva la sua fiducia nel Bologna:

Da chi siamo e dal fatto che i ragazzi arrivati col mercato presto saranno una potenzialità forte da poter sfruttare

Le parole di Orsolini su Italiano, Motta, Sinisa e non solo…

Il sette rossoblù prosegue parlando anche di Karlsson, sbloccatosi all'Olimpico, e Dallinga:

Jesper si è sbloccato, adesso aspettiamo Thijs, se lo merita: speriamo non ci metta un anno e mezzo come Karlsson…

Su Italiano:

Italiano è un tecnico schietto, verace. Io e lui abbiamo parlato molto, mi ha trasmesso la concezione che si ha di me al di fuori da Bologna, la forza che magari a volte non percepisco. Mi ha dato una consapevolezza diversa, mi sento anche più importante per il gruppo, speciale. Per dire, la gara contro il Lecce l’ha vinta lui, non io. Non avevo fatto una grande partita, poteva togliermi giusto? Ecco, non l’ha fatto ed è stata la mossa che ci ha fatto vincere

Vincenzo Italiano
Vincenzo Italiano (ph. Image Sport)

Sulla fascia da capitano:

L’ho avuta all’inizio ma non la ritengo, come succedeva una volta, di vitale importanza. Il significato non è più di leader, a mio parere, oppure sì ma è giusto che giri fra altre braccia, perché tutti possiamo esserlo. Come l’essere “bandiera”: con questo termine si pensa a Maldini, Totti, Del Piero e pochi altri. La bandiera non c’è più, quelli di una volta avevano altri spessori. Per esempio, io non ho mai baciato lo stemma della maglia. Mai. Perché se poi vado via prendi in giro la gente due volte. E di andar via non ne ho proprio voglia

Il ricordo di Sinisa Mihajlovic:

Con Sinisa ho anche litigato: mi ha forgiato facendomi capire di poter stare in Serie A.

Le parole di Orsolini su Motta:

Motta mi ha plasmato e adesso con Italiano spero di diventare una certezza, un punto di riferimento

Sull'annata:

Questa annata è il premio per tutta la m… che ci siamo mangiati in passato, è un premio per la piazza, il club, per chi ci lavora, i tifosi, noi. Voglio che, si vinca o si perda e sempre dopo aver dato tutto, noi e la gente che ci segue a fine partita ci si veda sempre sotto la curva per applaudirci a vicenda. Comunque vada, va presa col sorriso

Sull'Europa:

In Champions stiamo dando il sangue, impariamo momenti e ritmi diversi. Se l’anno scorso sognavamo di farla, beh, ora ce la godiamo e sfoghiamo gli insegnamenti appresi in A, perché è lì che ti devi riprendere l’Europa. E la vogliamo tenere. Cosa ci manca? Una vittoria: ci darebbe carica, consapevolezza e sorrisi

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