Editoriale - Virtus, i conti non si fanno adesso
La sconfitta in finale di Supercoppa non può portare a giudizi definitivi sulla squadra
La Virtus Segafredo non agguanta il primo obiettivo della stagione: la Supercoppa se la prende l’Olimpia Milano che al momento è "semplicemente" più forte e più avanti nel processo di costruzione. Senza dimenticare la maggiore quantità di giocatori abituati a vivere finali concitati per l'assegnazione di un trofeo. E già tutto questo basterebbe a spiegare l’esito della gara di ieri.
Poi c’è dell’altro, naturalmente. Contro una squadra più forte alla lunga non si può sperare di vincere tirando con il 16% da 3, ad esempio. E se i tuoi migliori giocatori - Teodosic e Markovic - combinano un 3/17 dal campo non vai molto lontano. E poi c’è un elemento che a mio giudizio va preso in grossa considerazione: ogni volta che la Virtus ha avuto il possesso per pareggiare, puntualmente ha sbagliato l'esecuzione e talvolta anche la scelta, tra tiri forzati e palle perse banali (grida vendetta un regalo di Markovic con un tentativo mal riuscito di passaggio dietro la schiena). Questo è l'aspetto su cui bisogna lavorare maggiormente: finché vengono costruiti tiri buoni che non entrano poco male, in questa fase della stagione; ma se ad essere errate sono le scelte ecco che l'intervento in palestra dev'essere più radicale. E su Teodosic che ha sbagliato tanto nel finale: siamo ancora in una fase in cui lui e solo lui è il designato per prendersi quelle responsabilità. Uno step necessario sarà quello di passare presto alla fase successiva, nella quale anche gli altri si prendano - e gli venga dato - il peso delle giocate decisive per il semplice assunto che più giocatori hai potenzialmente risolutori e più chance hai di portare a casa la partita.
Non si può infine negare l'evidenza di giocatori fuori forma, come lo stesso Markovic, o visibilmente indietro nell'inserimento in squadra, come Adams che dopo la buona prova con Sassari ha fatto un poderoso passo indietro peraltro in pochi minuti a disposizione.
Quindi mercato fallimentare e stagione indiscutibilmente segnata? Beh, ci andrei un po' cauto... Pur con tutte le difficoltà di cui sopra, la Virtus ha saputo recuperare nel terzo quarto grazie alla difesa - ça va sans dire - e tenere in bilico il risultato finché il talento di Datome e Rodriguez non ha indirizzato la gara definitivamente verso l'Olimpia. Il coraggio che Djordjevic non ha visto nel primo tempo c'è stato eccome nella ripresa ed è un lato positivo non da poco, al pari di un'altra ottima prova di Alibegovic (peraltro l'unico a finire con un plus/minus positivo) e un Abass più convincente.
Insomma non è tutto da buttare di questa Supercoppa e di questa finale e sarebbe assurdo intentare processi oggi con tanto di sentenze definitive senza appello. Alla fine della fiera giova sempre ricordare che siamo al 21 settembre e che il campionato non è ancora iniziato. I valori espressi in questo settembre, nel bene e nel male, non è detto che restino gli stessi fino a giugno, anzi. Milano è più avanti, non c'è dubbio, e non sarà affatto semplice ridurre il gap però la stagione non è neppure iniziata, ci attendono mesi e mesi di partite, mille cose possono accadere e questa Virtus, pur con tutti i limiti attuali, non merita adesso di essere defenestrata per una partita persa.