Editoriale - I due volti del sabato di Basket City
Turno a parti invertite rispetto alle prime due giornate per Fortitudo e Virtus
Basket City non riesce a vivere una giornata di soli sorrisi. Nel terzo turno le parti si sono invertite, con la Virtus che cade in casa contro Cremona e con la Fortitudo che coglie finalmente la prima vittoria in campionato.
Partiamo dalla F vittoriosa largamente contro una Dolomiti Energia Trentino che in partita non c'è stata mai, forse pagando dazio agli sforzi europei della settimana. Ma i demeriti e i limiti di Trento non devono comunque distogliere l'attenzione dai segnali positivi che la Lavoropiù ha mandato dal campo. A partire da Matteo Fantinelli, perfetto al tiro e in regia, passando per Pietro Aradori, i cui canestri sono stati estremamente utili per il primo allungo della serata. Va da sé che una vittoria non può fare primavera e che già domenica a Sassari sarà un altro paio di maniche, ma era davvero importante per la Fortitudo muovere la classifica per dare sostanza al lavoro fatto in palestra.
Sabato sera da dimenticare invece per la Virtus, che cede in casa ad una Vanoli Cremona in serata di grazia assoluta. Della partita di Peppe Poeta si è detto tanto, dell'abilità dei lombardi di colpire con regolarità da 3 pure. Qui vale la pena soffermarsi sulla gara della Segafredo, totalmente sballata per tre quarti sin dalla palla a due e in balia degli avversari soprattutto per un atteggiamento decisamente soft che nessuna squadra al mondo può permettersi. Può esserci stato un calo fisico dovuto alla stanchezza della doppietta Brescia-Lokomotiv Kuban, può esserci stata una difficoltà nell'approcciarsi con la testa al campionato dopo la coppa. Però queste non possono essere scuse o alibi a prescindere, a maggior ragione per una squadra che vuole e può arrivare fino in fondo a tutto. Tuttavia non c'è spazio adesso per processi sommari o giudizi tranchant, sia ben chiaro: una sconfitta non può fare inverno.