Onesti e sfortunati: l'analisi tattica di Cagliari-Bologna
I rossoblù escono comunque a testa alta dalla trasferta in terra sarda
“L'onestà paga, i furbi andranno poco lontano”. Il monito di Sinisa Mihajlovic alla vigilia di Cagliari-Bologna aveva già riferimenti più espliciti. Una situazione parecchio paradossale nella quale a rimetterci è stato solo ed esclusivamente il Bologna. Dalla decisione della Lega Calcio di programmare la partita solo due giorni dopo dalla fine della quarantena dei rossoblù, per arrivare al Cagliari che non ne ha voluto sapere di rinviarla ancora. D'altronde la formazione di Mazzarri, alla ricerca continua di punti salvezza, era ben conscio di affrontare un Bologna fisicamente lontanissimo dalla forma migliore. Quale miglior momento, quindi, per provare a sfruttare questa situazione. Questa volta, infatti, i furbi hanno avuto la meglio, ma come ha ben detto Mihajlovic nel post partita di ieri sera “la ruota gira per tutti…"
E dire che per un soffio il Bologna, nonostante la poca lucidità fisica, ci era quasi riuscito ad avere la meglio su un Cagliari che non ha di certo brillato per lo stile di gioco espresso. Una partita nel complesso molto confusionaria, fisica e intensa. Tatticamente comunque ben giocata dai rossoblù, al netto delle tante assenze e della condizione fisica precaria. Una gara, però, che il Bologna avrebbe potuto gestire meglio in alcune situazioni, specialmente nella seconda parte del secondo tempo. Quando le forze cominciavano a venire meno, avrebbe avuto più senso cercare di abbassare i ritmi di gioco, “riposandosi” col pallone e provando a gestirlo nel migliore dei modi. Invece, in diverse occasioni, ci si è fatti prendere troppo dalla voglia di andare velocemente verso gli attaccanti, allungando la squadra, ritardando le corse all'indietro e dando l'opportunità ai padroni di casa di ripartire. Una sconfitta che non va a minare assolutamente il percorso degli emiliani. Anzi, il Bologna deve, con consapevolezza, sapere di essere uscito a testa alta da una partita che non si sarebbe dovuta giocare.
LE FORMAZIONI
Viste le numerose assenze, con una decina di casi Covid e due giocatori indisponibili (Sansone e Soumaoro), Mihajlovic ha cambiato l'assetto tattico per modularlo al meglio in base ai ‘superstiti’. Ecco quindi il 1-3-5-2 con Bonifazi, Binks e Theate a difendere la porta di Skorupski. A centrocampo Skov Olsen a destra (preferito a De Silvestri) e Dijks a sinistra, con la cerniera di centrocampo formata da Soriano, Dominguez e Svanberg. Davanti Orsolini, sempre più dentro le voci di mercato, ad affiancare Arnautovic.
Il Cagliari, come spiegato in fase di presentazione tattica, ha puntato nuovamente sul 1-3-5-2, modulo che ha portato alla vittoria anche contro la Sampdoria. Sono scesi in campo anche gli stessi interpreti della trasferta di Genova, a dimostrazione di quanto Mazzarri volesse puntare sullo zoccolo duro che gli ha permesso di tornare a vincere dopo diverse giornate.
LA PARTITA
Che il Cagliari fosse fisicamente più in forma lo si è capito fin dai primi minuti di gioco. Mazzarri ha infatti preparato la partita giocando su questa situazione. Conscio di un Bologna non di certo al top della condizione, ha optato per una pressione continua e riaggressioni feroci una volta persa palla. Questo per far sì che il Bologna non potesse praticamente mai tirare il fiato. Il Cagliari, infatti, non è una squadra solitamente abituata a portare pressione alta continua. Nella partita di ieri, invece, ha voluto cambiare questo atteggiamento per mettere in difficoltà gli emiliani. Come vediamo nell'immagine 1 troviamo una situazione di gioco che si è ripetuta praticamente per tutti i 90'. Sul primo giro palla del Bologna, sempre, o quasi, orientato verso Theate, il Cagliari pressava molto forte, a uomo e su tutti gli appoggi e i riferimenti. Questo, oltre a mettere in difficoltà i ‘gialli’ nel prendere il possesso del pallone, li obbligava anche a dover spesso rilanciare lungo per le punte, sempre ben coperte preventivamente dai difensori di casa.
Anche nell'immagine 2 è ben evidente il piano tattico organizzato dal Cagliari di Mazzarri che ha sempre voluto aggredire in avanti uomo su uomo. In questo caso, sul fallo laterale, i padroni di casa vanno a marcare tutti gli appoggi mettendo in difficoltà il Bologna (5 contro 5 posizionale). Una volta poi rimessa la sfera in gioco i sardi andavano a pressare ferocemente e a creare grande confusione in zona palla per non fare uscire con pulizia il Bologna dalla propria metà campo. L'obiettivo principale di questo atteggiamento dei padroni di casa era quello di recuperare la palla in zone avanzate di campo per poi andare subito ad attaccare verso la porta di Skorupski.
Quando il Bologna è riuscito a disinnescare la pressione del Cagliari, uscendo da dietro con tecnica, fraseggi e qualità, sono stati avviati interessanti contropiedi. I padroni di casa, infatti, hanno sofferto questa situazione, specie nella prima frazione. Anche se hanno sempre lavorato molto bene nelle preventive e a uomo, specie con Lovato, abituato a giocare in questa maniera sia a Verona con Juric che a Bergamo con Gasperini.
E' stata soprattutto l'abilità a giocare centralmente e a liberare uomini dietro le linee del Cagliari che ha permesso ai rossoblù di risalire il campo e di scardinare la pressione avversaria. Poi con l'abilità in transizione di calciatori come Soriano e Svanberg, dotati di buona corsa e guida del pallone, i rossoblù sono riusciti a costruire un paio di contropiedi pericolosi. Come notiamo, ad esempio, dall'immagine 3, Soriano portava il pallone velocemente fino a metà campo dopo che il Bologna era riuscito ad uscire dal pressing dei padroni di casa. Il Cagliari, infatti, non era posizionato granchè bene a livello difensivo: troppo sfilacciato e allungato. Arnautovic scappava in verticale, costringendo Lovato a fare lo stesso per togliere profondità. Soriano ha provato a servire l'austriaco nello spazio, ma la buona lettura del difensore di casa ha permesso di scampare il pericolo. Episodio, però, che ha anche consentito ai ragazzi di Mihajlovic di guadagnare una rimessa laterale, di alzare il baricentro e rifiatare. Una situazione, quella appena descritta, che si è ripetuta più volte nel corso della partita e che ha permesso al Bologna di guadagnare campo in avanti.
Il Cagliari, invece, si è resa spesso pericoloso sfruttando moltissimo le corsie esterne, specie quella di destra con la fisicità e la velocità di Bellanova. L'immagine 4, che ho scelto appositamente in quanto molto chiara dello sviluppo di gioco dei sardi, evidenzia come il Cagliari puntasse sull'effettuare una grande densità centrale, per liberare Bellanova sulla corsia esterna a destra. Il calciatore di casa era poi libero di andare 1 contro 1 attaccando il fondo per poi crossare il pallone in area dove, al contempo, arrivavano 4/5 giocatori del Cagliari pronti a concludere a rete. La formazione di Mazzarri, d'altronde, sfrutta molto queste situazioni in quanto ha in rosa calciatori molto strutturati fisicamente come Pavoletti, ma anche Grassi, Deiola (che arrivavano da dietro inserendosi) e Lykogiannis (abile ad attaccare il secondo palo).
Nella ripresa, al minuto 54', è arrivato il gol del vantaggio del Bologna. Non c'è da evidenziare molto a livello tattico, se non due buone giocate prettamente individuali: prima quella di Skov Olsen, molto bravo ad accentrarsi, a dribblare il diretto avversario per poi guadagnare il fallo; la seconda quella di Orsolini che con una splendida e precisa punizione ha battuto Cragno.
Col passare dei minuti, come era lecito aspettarsi vista la poca lucidità fisica, il Bologna ha arretrato notevolmente il proprio baricentro, finendo per essere nuovamente schiacciato dalla pressione del Cagliari, senza riuscire più a uscire da dietro. La squadra di Mazzarri ha cominciato a mettere in area cross a ripetizione per la testa di Pavoletti e per gli inserimenti dei compagni. Il gol del pareggio al minuto 71' è arrivato proprio in una maniera similare. Su una rimessa-cross di Dalbert, i padroni di casa sono riusciti a vincere la seconda palla in area di rigore. Due difensori del Bologna si sono messi a difesa della porta, lasciando però totalmente da solo Pavoletti all'interno dell'area piccola (immagine 5) Uno degli errori che, a mio modo di vedere riguarda la difesa a zona, è il fatto di concentrarsi sempre ed esclusivamente sul pallone, senza quasi mai curarsi di ciò che succede intorno. In alcune zone di campo, specie in area di rigore, ritengo che sia più utile marcare a uomo, visto che la palla non va in porta da sola. Se tu marchi l'uomo, è difficile, generalmente, che questi riesca a segnare.
Il pareggio ha ovviamente rinvigorito il Cagliari che, complice il tracollo fisico e i pochi cambi a disposizione del Bologna, ha provato a prendere in mano le redini della gara. I rossoblù sono però stati bravi a 'inventarsi' qualche occasione grazie a sortite individuali, quali soprattutto il palo di Orsolini dopo un'indecisione della difesa di casa. In un momento della partita in cui, come dicevo in fase di presentazione, sarebbe servito gestire meglio il pallone e rallentare un po' i ritmi, il Bologna ha preferito provare a vincere la partita con coraggio, ma allungandosi per poi ritardare la fase difensiva, lasciando spazi per le avanzate del Cagliari.
Anche il gol del definitivo 2-1, arrivato al 94', ha poco sotto l'aspetto tattico. Praticamente nell'ultima azione valida della partita il Cagliari è riuscito a ad aprire la linea difensiva del Bologna con un passaggio di Joao Pedro per Pereiro che nel duello 1 vs 1 con Theate è riuscito a ritagliarsi quello spazio necessario per calciare in porta, ma di certo non in maniera irresistibile. Skorupski, sorpreso da una leggera deviazione del difensore belga, non è riuscito a intervenire, andando a subire un gol abbastanza goffo (immagine 6).
Bologna che esce comunque a testa alta dopo una sconfitta maturata più per errori individuali che per meriti degli avversari. A pagare è stato sicuramente la mancanza di lucidità. Non è un caso, infatti, che i due gol del Cagliari siano arrivati proprio negli ultimi 20 minuti, quando la truppa di Mihajlovic era palesemente sulle gambe. Tra crampi, infortuni muscolari e pochi cambi a disposizione, l'epilogo poteva non essere dei migliori, e così è stato. La mancanza di freschezza è stata evidenziata soprattutto nei due gol subiti, sintomo di distrazioni e poca attenzione. I rossoblù hanno retto il più possibile, e di certo il risultato finale non riassume alla perfezione quanto visto realmente in campo. Niente alibi, certo, ma ogni tanto ci si dovrebbe aspettare più serietà da parte di chi organizza e rende possibile queste cose. Testa alla prossima nel match casalingo contro il Napoli. Una bella partita per provare a portare avanti il buon percorso fatto finora.