La Juventus esonera Motta: il Bologna lo aveva reso grande non viceversa
Appare ormai imminente l'esonero dell'ex tecnico del Bologna. Il commento

Dal sogno all'incubo, senza fermate intermedie: gli ultimi mesi di Thiago Motta sono riassumibili così. Il periodo all'ombra delle due Torri sembrava aver consegnato al calcio italiano e non solo, un allenatore emergente e dalle idee innovative, pronto per segnare una nuova era calcistica. Pochi mesi dopo siamo qui a commentare il suo ormai imminente esonero. La Juventus sembra infatti aver scelto di non continuare con il tecnico ex Bologna: è pronto Igor Tudor, lo segnala anche Matteo Moretto.
Il periodo in Emilia resterà ben impresso negli annali del calcio e nella mente dei tifosi poiché ha portato ad un clamoroso ritorno in Champions a distanza di 60 anni. Ma questo stesso periodo ha forse rappresentato anche una grande allucinazione collettiva circa il valore attuale dell'allenatore: i risultati sportivi alla Juventus lo hanno inesorabilmente portato alla luce.
Numeri shock alla Juventus
Eliminato dalla Coppa Italia per mano dell'Empoli, fuori dalla Champions League perdendo contro il PSV, un quarto posto (ultimo posto utile per la Champions) non così sicuro, un tanto atteso gioco vistosi solamente a tratti, hanno segnato inevitabilmente l'esperienza di Motta a Torino. A questo bisogna aggiungere che con Thiago Motta al timone la Juventus ha vinto 18 dei 42 match tra tutte le competizioni, pari al 43%. Ne consegue che dal 1929-1930 solamente due allenatori (con almeno 40 panchine) hanno ottenuto una percentuale di successo inferiore a questa (Luigi Del Neri, 40% 20 successi su 50) e Sandro Puppo (24%, 15/62).
Il capitolo bianconero è quindi certamente ben distante dall'esperienza in rossoblù. Quando con idee, calcio propositivo e moderno aveva totalizzato 68 punti riportando gli emiliani nella massima competizione europea. Il Bologna per la sua sostituzione ha optato per Vincenzo Italiano, arrivato già a quota 53 a nove giornate dal termine e senza avere a disposizione Calafiori, Zirkzee, Saelemaekers e per larghi tratti anche Ferguson. Chiaro che quindi l'andamento delle due stagioni, quantomeno ridimensiona un minimo quello precedente, definito dai più come irreplicabile, ma smentito dai risultati. Tant'è vero che Italiano sta letteralmente volando sotto i Portici: quarto posto momentaneo e possibilità di arrivare a giocare una storica finale di Coppa Italia.

Nell'annata precedente molto spesso veniva attribuita gran parte del merito all'allenatore, anche giustamente visto il punto d'arrivo, tuttavia quella corrente spinge a pensare che probabilmente la situazione era un filo diversa.
Il Bologna ha reso grande Motta, non viceversa
La conseguenza è riportata già nel titolo di questo editoriale: vale a dire che sia stata la squadra a rendere grande il tecnico e non il contrario. Una squadra che è bene ricordare è arrivata quest'anno a portare ben 11 giocatori in Nazionale, che lo scorso aveva a disposizione giocatori del calibro di Calafiori, Zirkzee e Saelemaekers (si pensi a quello che sta facendo vedere a Roma), oltre al blocco presente anche in quella corrente composto da: Ferguson, Freuler, Beukema, Lucumì, Ndoye. Giocatori giovani ma con esperienza internazionale e qualità, abbinati a leader carismatici e giocatori più esperti. Un mix perfetto che sta portando una piazza a sognare ancora.
A questi sono stati aggiunti giocatori dal futuro roseo e dal talento cristallino: Santiago Castro e Benjamin Dominguez, freschi di convocazione in Nazionale Argentina. Il valore tecnico della rosa negli ultimi anni si è inevitabilmente alzato, anche grazie al lavoro impeccabile della società. Chiaro che viste le premesse la qualificazione in Champions dello scorso anno ha quantomeno sorpreso, ma è altrettanto vero a questo punto evidenziare che non sia stato un miracolo, poiché la rosa è completa e forte in tutti i suoi effettivi, fondamentali nell'esaltare il lavoro comunque positivo di Thiago Motta. E quest'aspetto lo si nota chiaramente analizzando i risultati di quest'anno.

Italiano più esperto di Motta
Sicuramente Thiago Motta ha idee innovative e nel corso delle sue esperienze pregresse era riuscito a farle vedere, ma probabilmente non era ancora pronto per un salto così in una squadra come la Juventus. Una squadra in cui già di per sé è difficile far cambiare dna e modo di giocare: ci aveva provato anche lo stesso Sarri, a cui non bastò neanche vincere uno scudetto per essere confermato l'anno seguente. Le esperienze in prima squadra di Motta probabilmente sono ancora poche per diventare un top coach in una squadra come la Juventus: Genoa (10 partite, 0.90 di media punti), Spezia (40 partite, 0.98 di media punti) e Bologna (76 partite, 1.68 di media punti), mettendo insieme appena 50 panchine nelle prime due. Diversa la situazione per Italiano, allenatore sicuramente più esperto e navigato e con più “gavetta” alle spalle. L'ascesa di quest'ultimo è ormai evidente, anche perché in questo periodo pare esser riuscito a superare quei “limiti” che spesso gli venivano affibbiati: il Bologna ringrazia e sogna, consapevole di avere però una rosa di assoluto livello.
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