Match Analysis: ecco il Napoli di Spalletti
Andiamo ad analizzare i princìpi di gioco del Napoli di Luciano Spalletti, prossimo avversario del Bologna
Il Napoli di Luciano Spalletti, dopo un inizio di stagione veramente impressionante, ha abbassato un po' il proprio rendimento. Tra infortuni e casi Covid, gli azzurri sono infatti stati spesso decimati. Le pesanti assenze hanno giocato un ruolo determinante, in negativo, soprattutto in alcuni scontri diretti. Ma senza dubbio il Napoli rimane tra le squadre più forti della nostra Serie A, con un'identità tattica ben precisa e giocatori di grande qualità tecnica. Il gioco del Napoli non segue sempre e solo dei binari prestabiliti, ma si sa conformare in base alla tipologia di partita e avversario da affrontare, elemento che, ad esempio, con Sarri non avveniva. E' una formazione molto abile nel palleggiare e muovere palla nella propria metà campo, ma capace anche di andare velocemente in verticale tra le linee per attaccare con intensità e cattiveria. Nel corso del girone di andata, Spalletti è stato anche costretto a ‘studiare’ modalità diverse di attacco. Lo sviluppo offensivo infatti varia molto a seconda della presenza di Osihmen, piuttosto che di Mertens o Petagna. 3 giocatori con peculiarità differenti e abili nel far giocare in modalità diverse la propria squadra. Attualmente al terzo posto in classifica a -5 dal Milan e a -6 dall'Inter (che ha anche una partita in meno), il Napoli non può di certo mettersi da parte soprattutto per la lotta alla Champions. L'obiettivo Scudetto, che sembrava diventato essere primario dopo il positivissimo stagione, comincia ad essere abbastanza distante, ma con un campionato così equilibrato nessuna conclusione può essere tratta a prescindere.
SISTEMA DI GIOCO
Nell'ultima partita di campionato giocata contro la Sampdoria, il Napoli ha recuperato dal Covid qualche giocatore, ma è scesa in campo ancora piuttosto decimata. Nelle recenti uscite Spalletti ha insistito sul 1-4-2-3-1, modulo che permette di avere equilibrio in fase difensiva e grande supporto allo sviluppo del gioco in avanti. Non è inoltre raro che il tecnico toscano possa anche passare al 1-4-3-3. Questi sono i due assetti tattici di riferimento utilizzati dai partenopei.
In vista della partita di Bologna, il Napoli avrà nuovamente a disposizione Lozano, Osimhen, Fabian Ruiz e Zielinski. Possiamo definirle come ‘presenze’ pesanti visto l'importanza nello scacchiere tattico dei campani. Se i primi due dovrebbe partire dalla panchina, vista la condizione fisica non ottimale, i due centrocampisti saranno invece probabilmente in campo sin dall'inizio. Assenza importante sarà invece quella di Insigne, costretto al forfait a causa di un problema muscolare sofferto proprio nella scorsa partita contro la Sampdoria.
FASE DI COSTRUZIONE
Il Napoli, rispetto ad inizio campionato nella quale costruiva con un 3+2, nelle recenti uscite ha variato questo assetto, andando ad impostare con un 4+2. L'azione comincia praticamente sempre con la costruzione dal basso, con Ospina sempre tanto attivo essendo un portiere molto bravo con i piedi. A ricevere, solitamente, sono i due centrali della difesa a 4. Dunque, riferendoci alla partita con la Sampdoria, parliamo di Rrahmani o Juan Jesus che portano la sfera e, successivamente, in caso di pressing avversario, muovono il pallone verso l'ampiezza occupata dai terzini che hanno più opzioni di gioco. Centralmente, invece, a dare soluzioni in più si muovono i due mediani Lobotka e Demme (immagine 1).
Una delle abilità principali del Napoli di Spalletti, che ha ereditato questa caratteristica dalla gestione Sarri, è la qualità nel palleggio e nel giro palla. I partenopei, infatti, amano avere il pallino del gioco e soprattutto effettuare movimenti continui per mandare in tilt il sistema difensivo avversario. Nell'immagine 2 possiamo notare come la linea difensiva della formazione campana sia molto alta, addirittura sopra al centrocampo. A ricevere palla si è abbassato uno dei due mediani, Demme. Da una parte Di Lorenzo, parte prima dall'ampiezza, poi si muove dentro al campo nel corridoio interno; nel settore opposto Insigne si inverte con Ghoulam e viene a sostegno per ricevere palla e poi inventare gioco e rifinire. Il terzino sinistro algerino, invece, va ad attaccare la corsia. Questi scambi di posizione continui sono importanti per muovere le linee avversarie e aprire varchi in cui andare ad attaccare.
Con la presenza di Andrea Petagna nel reparto offensivo, il gioco del Napoli assume una fisionomia diversa. Petagna è un attaccante di raccordo, abile nel giocare con i compagni, ma per la fisicità di cui dispone è importante anche nel riempire costantemente l'area di rigore. I partenopei cercano tantissimo delle triangolazioni sulle corsie esterne, con il movimento ad accentrarsi dell'esterno di attacco e la conseguente sovrapposizione del terzino sulla corsia che poi può andare a mettere il cross verso i compagni.
Nell'immagine 3 è evidente una situazione di questo genere. Il Napoli ‘svuota’ l'area di rigore visto che, in quella situazione, Petagna aveva portato palla sulla corsia di destra. Si viene a creare una triangolazione tra il centrocampista lato palla (Lobotka), l'esterno sinistro (Elmas) e il terzino (Ghoulam). Col possesso della sfera nei piedi di Lobotka, Elmas effettua un movimento ad accentrarsi. Questo permette a Ghoulam di avere lo spazio per salire e attaccare il suo binario. Successivamente Elmas, ricevendo palla orientato verso la porta, può andare a servire il terzino algerino in profondità che a sua volta può servire un pallone pericoloso con direzione area di rigore. Questo sviluppo è senza dubbio uno dei principi tattici più utilizzati da Spalletti.
Se con la presenza di Mertens il Napoli giochi con una sorta di ‘falso 9’, la presenza di Osimhen cambia invece le carte in tavola. Prima dell'infortunio dell'attaccante nigeriano, che tornerà disponibile proprio a partire dalla gara di Bologna, l'obiettivo della formazione di Spalletti era di attrarre la pressione avversaria, effettuando un possesso palla situazionale, per poi liberare spazio alle spalle con lo scopo di andare a servire in verticale Osimhen. Il centravanti nigeriano è infatti un'arma micidiale in campo aperto e può rivelarsi veramente devastante.
Lo sviluppo del gioco offensivo del Napoli nella partita contro il Bologna dipenderà quindi dal tipo di calciatore scelto. Con Petagna l'area sarà quasi sempre presidiata e di conseguenza saranno più probabili cross dalle fasce ; con la presenza di Mertens il Napoli muoverà moltissimo il pallone, scambiandosi continuamente di posizione togliendo riferimenti alla difesa; infine, con Osimhen si punterà sulle verticalizzazioni immediate e sull'attacco alla profondità.
FASE DI NON POSSESSO PALLA
In fase di non possesso il Napoli si schiera generalmente con un 1-4-4-1-1, con una linea di centrocampo folta e densa che ha l'obiettivo di schermare soprattutto centralmente. Anche gli esterni offensivi si abbassano e si stringono per coprire e vigilare l'ampiezza, con il supporto dei terzini alle loro spalle. L'unico a rimanere in avanti e a partecipare un po' meno alla fase difensiva è generalmente la prima punta, in questo caso Petagna. Anche Mertens partecipa andando ad oscurare la fonte del gioco avversaria.
Nel difendere in ampiezza, il Napoli usa a proprio vantaggio la linea laterale (immagine 5). Non appena la Sampdoria scarica il pallone sull'esterno, i partenopei aggrediscono forte con ben 3 uomini in zona palla. Alle loro spalle la squadra li segue attaccando in avanti e accorciando campo e spazio. Su tutti possiamo notare altri 3 giocatori che vanno in pressione sui sostegni della Samp. Sul lato della sfera, in tutto, si possono contare ben 7 calciatori del Napoli. Un assetto del genere è importante e fondamentale perché obbliga a giocare di fretta gli avversari, quindi con minor qualità e permette di conquistare palla il più velocemente possibile.
Il Napoli, inoltre, porta una pressione molto alta e intensa sulla costruzione e sul giro palla della Sampdoria, come vediamo nelle immagini 6 e 7. Tutti gli effettivi difendono avanzando e andando quasi uomo contro uomo. L'obiettivo è togliere tempo e spazio, obbligando l'altra squadra a fare scelte e giocate forzate o imprecise per fargli perdere il possesso della sfera. Specialmente quando la squadra avversaria effettua un passaggio arretrato, gli azzurri alzano forte la pressione e si alzano in maniera quasi asfissiante.
Se invece il pressing non porta al recupero rapido o immediato della palla, la squadra tende leggermente ad arretrare e a schermare, con un baricentro comunque medio alto, le sortite offensive avversarie.
PUNTI DI FORZA: Squadra che con l'arrivo di Spalletti ha imparato ad attaccare e a fare male in più modi, sia gol con il giro palla, sia attaccando velocemente in verticale; pressione alta e forte che può portare al recupero veloce del pallone; sviluppo di gioco sfruttando le catene laterali e le rispettive triangolazioni; Osimhen, quando disponibile, in campo aperto.
PUNTI DEBOLI: E' una squadra che se viene attaccata sui terzini può andare in difficoltà, specialmente dal lato di Mario Rui che soffre molto i tagli alle spalle e la fisicità degli avversari. Può complicarsi lo sviluppo del gioco e la fase di finalizzazione se il Napoli gioca contro una squadra che tiene le linee molto corte e compatte.